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25/04/24

'Il turno di notte lo fanno le stelle', in cima alla montagna con Erri De Luca al Festival del Film di Roma


Categoria: CINEMA
Pubblicato Mercoledì, 14 Novembre 2012 15:39
  • Florence Ursino

Cuore di pietra, verrebbe da dire. Muscolo che si contrae al ritmo della terra, quella terra sfacciata che sfida ogni legge e si innalza su, su, a corteggiare il cielo. Il contatto con quanto di più intimo c’è nella cavità toracica di un uomo ha la sua origine lì, nel ‘turno di notte’ della poesia, sulla parete rocciosa di una montagna. Scala una promessa, Erri De Luca, trasferendo su pellicola la purezza estatica dei suoi scritti: il risultato è un piccolo film di 24 minuti firmato da Edoardo Ponti e in concorso nella sezione PIT (Prospettive Italia) del Festival del Film di Roma.

 

‘Il turno di notte lo fanno le stelle’ è la storia di un uomo (Enrico lo Verso) e una donna (Nastassja Kinski) che, dopo un delicato intervento al cuore, decidono di onorare una promessa fattasi in ospedale: scalare una montagna. Tutto il resto è potenza evocatrice delle maestose Dolomiti, dove il cortometraggio è stato girato: qui, dove la roccia incontra le nubi, corpo ferito e anima timorosa decidono di far pace, mettendosi alla prova, risvegliandosi, sperando ancora, escoriandosi e coccolandosi.

 

“La montagna è il tempo obiettivo del mio corpo, il mio corpo è felice scalando” spiega lo scrittore napoletano ad Agenzia Radicale, “come dice un proverbio russo, ‘Se vuoi conoscere davvero un amico, portalo in montagna’, lì ognuno riesce a dare il meglio e il peggio di sé. In parete è impossibile mentire”.

 

E non ci sono menzogne, in questa piccola perla di estetica cinematografica nata “per caso – racconta De Luca – durante una passeggiata in montagna con l’attore americano, Matthew Modine, che strada facendo poi si è dovuto ritirare per altri motivi”; poi l’”arruolamento” di Ponti, avvenuto a Los Angeles, e la totale condivisione dell’idea ‘sacra’ rappresentata dalla maestosità della roccia.

 

Edoardo è riuscito a trasportare su pellicola quello che io avevo scritto con un sentimento pieno di lealtà, di fedeltà: tra di noi, stando in montagna, forse proprio grazie a lei, si è sviluppata una immediata intesa reciproca”. Quell’intesa, in questo racconto per immagini, è diventata poesia. E questo riporta direttamente al titolo del cortometraggio, “la trasformazione di un verso di un poeta di Sarajevo, Izet Sarajlic”, spiega lo scrittore partenopeo: “Durante l’assedio di Sarajevo si facevano delle serate di poesia, mentre tutto il resto bruciava, e allora il mio amico poeta in una di quelle serate disse: ‘chi ha fatto il turno di notte per impedire l’arresto del cuore del mondo? Noi, i poeti’”.

 

Ma, nel silenzio della rinascita, lassù, in cima alla montagna, mentre quel muscolo respira la purezza della notte, conclude De Luca, “in verità il turno di notte lo fanno le stelle”.

 

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