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19/04/24

Pena di morte: troppo 'sveglio' per non morire. Giustiziato in Texas uno psicolabile


Categoria: DIRITTI E LIBERTA'
Pubblicato Giovedì, 19 Luglio 2012 14:06
  • Florence Ursino

Yokamon Hearn aveva 19 anni quando uccise con 10 colpi di pistola alla testa il 23enne Frank Meziere. L'uomo nero contro quello bianco, solo uno dei tanti casi nel caldo Texas. Era il 1998. Ieri Hern è stato giustiziato: il primo condannato a morte, nello stato americano dei cow-boy, per iniezione letale con un solo farmaco, il pentobarbital, invece del cocktail di farmaci usato in precedenza.

 

Venticinque minuti sono serviti al veleno per diffondersi nel corpo di Yokamon e ucciderlo davanti agli occhi del padre, del fratello e di uno zio del ragazzo ucciso 14 anni fa. Un' esecuzione contro cui i legali di Hearn hanno lottato fino alla fine e che è avvenuta circa 3 ore dopo che la Corte suprema americana aveva respinto la richiesta di grazia.

 

Non ammette sconti, la giustizia a stelle e strisce, neanche per chi, come il 33enne giustiziato, era stato dichiarato psicolabile: il ragazzo soffriva infatti della sindrome da alcolismo fetale, provocata dall'eccesso di alcol assunto dalla madre in gravidanza. Nonostante l'accertata disabilità mentale, però, l' uomo, secondo alcuni test considerati dalla Corte, aveva un Qi troppo elevato per essere considerato instabile mentalmente.

 

E così Hearn è diventato il sesto detenuto ucciso in Texas dall'inizio dell'anno, il numero 24 negli States la cui Corte Suprema, val la pena ricordarlo, nel 2002 ha deciso di vietare le condanne a morte di persone con disturbi mentali. Con una piccola postilla, naturalmente: secondo i giudici, infatti, spetterebbe poi ai singoli Stati stabilire cosa “costituisca disabilità”.

 

E proprio per questo motivo lo scorso martedì le Nazioni Unite avevano chiesto al Texas di annullare l'esecuzione di Hearn: “é una violazione delle tutele previste dalla pena di morte imporre la punizione capitale a individui con disabilità psico-sociali” hanno scritto dall'ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani. Ma, oltreoceano, la dea bendata è anche sorda. E seduta sul suo scranno si prepara a giustiziare, solo nel prossimo mese, altri tre detenuti.



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