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28/03/24

All’Africa non serve la cultura pop dell’aiuto ma democrazia


Categoria: EDITORIALI E COMMENTI
Pubblicato Lunedì, 25 Febbraio 2019 12:08
  • Anna Mahjar-Barducci

Nel libro l’altro Radicale: essere liberali senza aggettivi (Guida editori; 2018), Giuseppe Rippa sottolinea che la nostra società è caratterizzata da una “cittadinanza sfibrata”, priva di pulsioni ed idee innovatrici. Questo appare sempre più evidente nell’Italia di oggi, dove né la classe politica, né l’opposizione e né la società civile riescono a proporre soluzioni per risolvere la crisi politica-economica-sociale-culturale che sta attraversando il nostro Paese.

 

In particolare, il problema dell’immigrazione in Italia è diventato ostaggio di politiche vuote. Sempre più politici hanno iniziato ad affermare che l’unica soluzione è “aiutarli a casa loro”. L’idea di fondo è che molti “migranti economici” rimarrebbero nei loro Paesi, se ci fossero le necessarie condizioni sociali. Nessuno dei politici, però, dice che l’Occidente sta già aiutando le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo “a casa loro”. Il problema è che lo sta facendo male.

 

Paradossalmente, le idee più innovative per risolvere il problema dell’immigrazione, ci vengono offerte dagli stessi Africani. Economisti, sociologi e politologi del continente africano hanno messo in relazione la crisi dei migranti con il fallimento della cooperazione internazionale, notando che una nuova strategia politica e un nuovo approccio verso i governi africani sono centrali per la risoluzione, almeno parziale, della crisi migranti.

 

Appare infatti evidente, che se le condizioni socio-economiche dei Paesi di provenienza dei migranti fossero migliori, molte persone non si avventurerebbero con imbarcazioni di fortuna verso l’Europa. Che cosa fare quindi per migliorare le condizioni dei Paesi africani e rallentare i flussi migratori? In Africa, sembrano esserci due scuole di pensiero. Una che dice “prima l’economia e poi la democrazia” e l’altra che promuove “prima la democrazia e poi l’economia”.

 

Entrambe le scuole di pensiero, però, si trovano d’accordo nel dire che le politiche occidentali non sono riuscite né a sviluppare l’economia, né a promuovere la democrazia. In particolar modo, le due scuole evidenziano il ruolo negativo che hanno avuto gli aiuti internazionali in Africa...

 

Prosegui la lettura su quaderniradicalionline.it

 

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- Il coraggio di una politica liberale di Luigi Oreste Rintallo

- Preparare un domani di Silvio Pergameno

- La tragicomica fiera delle contraddizioni di Antonio Marulo

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- Presentazione a Roma di Quaderni Radicali 115

- Quaderni Radicali 115 speciale febbraio 2019 (quaderniradicalionline.it)

 

 



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