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18/04/24

La Democrazia Illiberale


Categoria: EDITORIALI E COMMENTI
Pubblicato Domenica, 07 Luglio 2019 19:14
  • Silvio Pergameno

Al di là degli aspetti più immediati, sui quali si è già scritto qualcosa su A.R., la visita a Roma ha fornito al Presidente russo Vladimir Putin un’occasione per sottolineare il fatto che il liberalismo deve ormai ritenersi superato, una posizione che non sembra aver formato oggetto di particolare attenzione (forse perché per tanti italiani è proprio così).

 

E affrontare questo argomento richiede, comunque, alcune considerazioni preliminari. Innanzi tutto va osservato che se il liberalismo, come è nell’opinione dei più, è morto e stramorto non si capisce perché Putin gli dia tutta quest’importanza… E poi non si può dimenticare il fatto che il nostro paese è ampiamente coinvolto in questo discorso, proprio per il fatto che l’Italia è l’unico paese nel quale il sovranismo ha avuto un esito importante nelle ultime elezioni europee e noi restiamo il paese nel quale giusto un secolo fa il fascismo è venuto in essere….

 

E il richiamo all’antifascismo oggi può - e deve – avere un significato molto diverso da quello che aveva al tempo della nostra prima Repubblica, quando finiva per comportare – anche se si è trattato di cosa non voluta e neanche pensata - un sostegno in più a quella convergenza tra i partiti antifascisti venuta in essere in Italia dopo la seconda guerra mondiale e che - pur ovviamente espressione dell’opposizione al fascismo e della Resistenza – nella quotidianità diciamo così amministrativa della vita politica quotidiana aveva finito con il dare una mano al panorama corporativo e spartitorio nazionale, a cominciare dal richiamo nella Costituzione di quei patti Patti Lateranensi, che avevano fruttato al fascismo una forte legittimazione da parte della Chiesa cattolica italiana.

 

Si vuole cioè sottolineare un lato di debolezza della coscienza democratica italiana, ben lontana dalla consapevolezza dell’essenzialità per ogni democrazia della vera componente liberale, capace tra l’altro di nutrire una dimensione perfino rivoluzionaria, come dimostrato dalla storia radicale nella figura di Marco Pannella. Essenzialità peraltro non affatto riconosciuta al liberalismo nella cultura della sinistra “non-liberale”, che oggi non a caso si trova in difficoltà nel fare opposizione al salvinismo sovranista.

 

Ma torniamo a Putin. Nel discorso fatto a Roma l’altro giorno sul superamento del liberalismo, il Presidente russo a ben vedere ha lanciato un messaggio al mondo intero, come si viene oggi configurando nel pieno svolgimento del processo di globalizzazione. E delle valutazioni che se ne danno.

 

Quel che viene rilevato, al massimo, e ovviamente non si può non rilevare, è che, ad esempio in Cina, si crea benessere, ma con il Partito comunista ben saldo al vertice del potere, cioè in sostanza senza vera democrazia, da un punto di vista liberale. E Putin ha capito che è questo il punto dolente della faccenda e ha voluto dare una mano alla legittimazione “democratica” delle democrazie senza liberalismo., cosiddette “illiberali”. Sistemi politici ai quali manca la consapevolezza della libertà e che sanno di poter contare su fattori potenti, legati alle tradizioni, alle religioni, alle identità, alla lingua…

 

Le moderne democrazie sono il portato ultimo dell’evoluzione del pensiero cristiano, quale si è sviluppato nell’evoluzione venuta in essere con la riforma (le riforme) protestanti e nel loro seguito negli ultimi secoli, dal cinquecento in poi.

 

La globalizzazione è un fenomeno la cui rilevanza ha una componente politica di vasta portata; non si tratta soltanto un fatto economico, l’apertura dei mercati, perché le stesse componenti economiche del fenomeno hanno anche una dimensione politica evidentissima, e sono i poteri non solo delle multinazionali, ma anche dei grandi stati, che stanno venendo in essere e ai quali gli stati nazionali non hanno veramente la capacità di opporsi.,

 

E il sovranismo europeo, quanto a capacità di vero e durevole successo, cioè, ne ha veramente poche. A Putin serve, anche perché è un fatto che non può dargli preoccupazioni. La preoccupazione è invece quella che vada avanti la costruzione europea….

 

 

 



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