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29/03/24

Assange: Londra gioca la carta della diplomazia


Categoria: ESTERI
Pubblicato Lunedì, 20 Agosto 2012 23:02
  • Federica Matteucci

Nello scontro a due contro l’Ecuador sul caso Assange, il Regno Unito si prepara alla prossima mossa. Affatto intenzionata a garantire ad Assange un “passaggio sicuro” verso l’Ecuador, infatti, Downing Street ha detto che al governo britannico spetta l’obbligo a procedere all’estradizione di Assange in Svezia dove dovrà rispondere alle accuse per abusi sessuali.

 

“Speriamo di raggiungere una soluzione diplomatica”, “stiamo facendo il possibile”, ha detto il portavoce del primo ministro David Cameron. Intenzionati a continuare sul piano delle trattative con l’Ecuador, tuttavia, “una volta esperiti tutte le opzioni, saremo obbligati a estradire (Assange) in Svezia”.

 

lI timore del fondatore di Wikileaks, attualmente nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra che gli ha offerto asilo politico, è quello di essere poi estradato negli Usa dove lo attenderebbe ben altra sorte. Oltreoceano, infatti, il “most wanted” australiano rischia l’ergastolo e la pena di morte. E mentre il portavoce del sito insieme al presidente ecuadoregno Rafael Correa cercano la parola della Svezia affinché lo stato si impegni a non consegnare “il nemico” al boia, Assange dalla finestra dell’ambasciata che lo ospita da giugno nel corso di quello che il Sun ha definito “un sproloquio lungo ed egoista”, ha chiesto a Obama di “fermare la caccia alle streghe”.

 

Intanto i paesi sudamericani fanno quadrato intorno all’Ecuador cui offrono il proprio sostegno nella controversia. Favorevoli al negoziato, i ministri degli Esteri dell'Unione delle nazioni sudamericane (Unasur), hanno condannato le minacce del Regno Unito che si sarebbe dichiarato disposto a ricorrere alla forza per irrompere nell’ambasciata e arrestare Assange.

 

Ma il Regno Unito si difende spiegando per bocca del Foreign Office che l’intenzione della lettera in cui si faceva riferimento all’eventualità dell’irruzione in ambasciata era quella di chiarire “tutti gli aspetti della legge britannica dei quali è bene che l’Ecuador sia a conoscenza”.



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