
A ciascuno il suo libro, a ciascuno la sua notizia spot. Dopo le memorie di Ferruccio De Bortoli sul caso Boschi-Etruria, ecco un nuovo capolavoro letterario lanciato da una "verità" custodita gelosamente e rivelata in differita nel momento del bisogno.
L'autore è Marco Lillo, il giornale di riferimento è il Fatto quotidiano, il bersaglio è Matteo Renzi, il caso è quello Consip (in odore di fuffa, dopo tanto clamore), l'obiettivo – fra l'altro – è la tasca.
Questa volta le prove dei fatti non sono il si dice, mi hanno detto oppure ho saputo da, ma le famigerate e diversamente interpretabili intercettazioni telefoniche.
Male che vada, sarà un'altra buona occasione per alimentare la polemica politica e la guerra per bande mediatica, tra colpevolisti e innocentisti in assenza di prove, peggio ancora in assenza di notizia di reato. Ognuno potrà liberamente offrire la propria versione, mentre la fila alla cassa delle librerie si infoltisce.
È il marketing, bellezza: il nuovo marketing ai tempi della pre-verità.