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20/04/24

Italo Bocchino, di Fini è il fedele scudiero: anche troppo!


Categoria: POLITICA
Pubblicato Venerdì, 17 Agosto 2012 17:55
  • Antonio Marulo

Italo Bocchino: cognome impegnativo, il suo; portato però con disinvoltura e senza imbarazzi. Diventa noto ai più dall’inizio della stagione antiberlusconiana di Gianfranco Fini, quando salta da un talk show politico all’altro per prendere posizione in nome e per conto della fronda finiana del Pdl, poi diventata Futuro e libertà. I suoi eccessi di fedeltà non poche volte mettono in difficoltà il capo, creando malumori anche fra quei futuristi intenzionati a salvare il salvabile dell’alleanza con il Cavaliere.

 

Italo Bocchino raggiunge il picco di fama quando al suo neo-antiberlusconismo viscerale si uniscono pruriginose news più o meno di vita privata. Così, l’ammissione in Tv, con relative pubbliche scuse, di un passato flirt con Mara Carfagna, la conseguente separazione dalla moglie, lo scivolone con l’Ape regina, Sabina Began (a conferma del suo debole per le preferite di Silvio) riempiono le pagine dei giornali e accrescono un'insospettabile reputazione di tombeur de femme.

 

Ma con l’arrivo di Monti a Palazzo Chigi, le cose cambiano un po’ e si smorzano i riflettori: su di lui solo qualche altra news per i settimanali da parrucchiere e nulla più.

 

Poi finalmente lo "scoop" del quotidiano Libero sull’overdose di scorta fornita al Presidente della Camera per le vacanze estive. Il fascicolo finisce sul tavolo del ministro dell’Interno Severino. Ma la questione è presto chiarita: nulla è stato fatto in violazione delle norme in vigore per la protezione delle cariche istituzionali.

 

Intanto Bocchino ha già preso in consegna la linea piccata e risentita in un primo momento dettata dal leader, producendosi nell’ennesimo capolavoro: "Un funzionario di provincia in pensione non può guidare il Viminale. Monti farebbe bene a prenderne atto e a valutare per quel ministero i profili di veri e leali servitori dello Stato come De Gennaro o Manganelli, lasciando al suo destino chi ha dato pessima prova si sé".

 

Le parole del focoso deputato napoletano, postate sul sito di Futuro e libertà in risposta alle dichiarazioni di Severino sugli sprechi nella gestione delle scorte, non piacciono nemmeno a Fini, che, nottetempo, con non poco imbarazzo, fa giungere la rettifica: "Ribadisco di avere piena fiducia nei confronti del Ministro e non solo per la questione delle scorte. Pertanto non condivido quanto dichiarato dall'onorevole Bocchino".

 

Segue lettera al quotidiano Repubblica con la dichiarazione di rinuncia ai privilegi sulle scorte. Caso chiuso. O quasi. Con Italo Bocchino che incassa e porta a casa gli effetti dei suoi eccessi di difesa: perché seguendo la scia del leader con troppa foga, spesso non ci si accorge che questi ha svoltato poco prima del burrone; a quel punto non c’è più spazio di frenata e si casca nel dirupo, tutto d’un pezzo!



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