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25/04/24

La politica estera del cittadino Di Battista


Categoria: POLITICA
Pubblicato Mercoledì, 18 Novembre 2015 17:16
  • Antonio Marulo

Se fossimo nelle mani del Movimento 5 Stelle, come sarebbe messa l’Italia di fronte alla complessa situazione internazionale? "Che dio ce ne scampi!", è la risposta d’istinto, a voler essere indulgenti. La politica estera è infatti una cosa seria e difficile, che non s’improvvisa, tanto meno può essere trattata di pancia con i luoghi comuni da bar sport fra “cittadini”.

 

Del resto, parliamoci chiaro, in tema di esteri gli adepti del blog di Grillo hanno più che altro familiarità con le previsioni sulla Terza guerra mondiale di Gaia del visionario Casaleggio, mentre si dilettano intanto nell'arte del complottismo. Per il resto stanno ancora imparando. Forse per questo, e bisogna darne atto, hanno preferito a caldo tacere sugli attacchi terroristici di Parigi. Poi, pressati da più parti, hanno dovuto cedere e iniziare a dire qualcosa.

 

Per il battesimo delle opinioni a 5 Stelle è stato così scelto Alessandro Di Battista, ospite per l’occasione a Ballarò, dove ha avuto l’onore di interloquire con Lucia Annunziata. Ricordiamo che l’ultima performance seria del grillino di cui si ha memoria è quella che gli valse il premio pallonaro della speciale classifica delle bufale mondiali, a proposito di Boko haram e Nigeria. Per questo la curiosità era tanta. E va detto che le attese non sono state deluse.

 

Il personaggio, cresciuto in ambienti familiari con simpatie del Ventennio e con un esperienza personale a sinistra come terzomondista nella cooperazione, può infatti garantire un variegato ventaglio di posizioni, talvolta forti (vedi la proposta di dialogo con i tagliagole di qualche tempo fa) e spesso contraddittorie.

 

Un esempio mirabile e grossolano lo abbiamo avuto nella suddetta intervista Tv, quando il Dibba, fra un farfugliamento e l’altro, si è visto alla fine costretto a rispondere all’inevasa domanda delle cento pistole sul che fare subito, qui e ora, se fosse stato premier. Lasciando stare il riconoscimento immediato dello stato di Palestina, che aprirebbe tutta una serie di riflessioni, a partire dal fatto che la questione israelo-palestinese, mai come questa volta, c'entra poco con l’Isis, ci pare doveroso rimarcare invece l’interessante proposta, per altro già in atto da mesi, che il pentastellato ha fatto in tema di disgelo con gli stati canaglia.

 

Così, dopo aver criticato qualche minuto prima Matteo Renzi per essere andato a fare tanti salamelecchi e “selfie” in Arabia Saudita, paese “dove vige la sharia, dove le donne non possono guidare, dove esiste la lapidazione e la pena di morte", che non rispetta i diritti umani bla bla…, ha auspicato il rasserenamento delle relazioni con l’Iran, perché “vanno tolti alcuni paesi dall’asse del male”.

Domanda: ma perché nel regime dei Mullah non vige la sharia, la donna è idolatrata, non c’è la pena di morte e si rispettano i diritti umani? Chiediamolo a Rouhani.

 

 



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