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19/04/24

Corte europea dei diritti dell’uomo: Condanna all’Italia per le carceri inumane


Categoria: RASSEGNA WEB
Pubblicato Venerdì, 01 Febbraio 2013 12:15

di Antonio Bultrini (da Affari Internazionali)

 

A inizio gennaio la Corte europea dei diritti dell’uomo ("la Corte") ha condannato l’Italia in seguito al ricorso proposto da sette detenuti (tre italiani e quattro stranieri) negli istituti penitenziari di Busto Arsizio e di Piacenza (Torreggiani e altri contro Italia). La Corte ha appurato che i ricorrenti erano stati a lungo reclusi in celle di nove metri quadri occupate da tre persone.

 

Svolta
Ciascuno di loro aveva dunque fruito di uno spazio inferiore allo standard minimo di quattro metri quadri per detenuto stabilito dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (il meccanismo specializzato del Consiglio d’Europa). A Piacenza la ristrettezza eccessiva della cella era stata aggravata dalla mancanza prolungata di acqua calda e da illuminazione e ventilazione insufficienti.

 
Nel ricordare che gli Stati debbono “assicurarsi che (…) le modalità di esecuzione (...) non sottopongano l’interessato a una sofferenza che ecceda il livello inevitabilmente connesso alla detenzione” (sentenza citata, § 65), la Corte ha accertato la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che proibisce la tortura e i trattamenti inumani o degradanti, e ha accordato ai ricorrenti un totale di 99600 euro a titolo di risarcimento del danno morale.


La sentenza in questione rappresenta una svolta rispetto alla precedente pronuncia del 16 luglio 2009 nel caso Sulejmanović contro Italia (citatissima, nonostante la minore gravità dei fatti, proprio perché era stata vista come il preludio di un serio contenzioso a Strasburgo con riferimento alla situazione nelle carceri italiane). Torreggiani e altri è infatti una “sentenza-pilota”: la Corte accerta l’esistenza di un problema strutturale, corroborato da un elevato numero di ricorsi simili, e impartisce al governo un termine entro il quale predisporre un ricorso interno efficace e adottare misure generali appropriate.

 

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