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19/04/24

Il caso Emiliano


Categoria: RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Pubblicato Lunedì, 24 Aprile 2017 12:29

Gerardo Mazziotti

(premio internazionale di giornalismo civile 2008)

 

 

Il CSM (Consiglio Superiore della Magistaratura) ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del presidente della regione Puglia, dirigente del PD e candidato alla segreteria del partito Michele Emiliano. Essendo un “magistrato fuori ruolo che ha sospeso temporaneamente il suo lavoro”,ha violato il Dlgs n° 109 del 23 febbraio 2006, previsto dall’art. 98 della Costituzione, che consente ai magistrati di entrare in politica a condizione di mettersi in aspettativa ma non consente la loro iscrizione ai partiti politici perché  annullerebbe “ la loro indipendenza da ogni altro potere”. ( art.. 104 della Costituzione).

 

Il CSM dovrebbe discuterne in tempi brevi e decidere i provvedimenti disciplinari previsti dall’art.1.

 

È auspicabile una condanna esemplare per sottrarsi all’arroganza di un magistrato che ha dichiarato recentemente “ Spetta al Csm decidere se posso svolgere attività politica dopo un regolare procedimento in contraddittorio delle parti. All'esito della procedura, se il Csm riterrà che effettivamente sussista una violazione disciplinare non esiterò a prendere le decisioni necessarie, optando a quel tempo tra le dimissioni dalla magistratura ovvero le dimissioni dal partito, a seconda di ciò che riterrò più opportuno alla luce dell'eventuale verdetto".

 

È evidente che il dottor Emiliano fa parte di quella schiera di magistrati che, dopo avere svolto politica attiva e dopo avere militato in  un partito politico con regolare tessera di iscrizione,  ritengono di avere il diritto di rientrare in magistratura. Pur perfettamente in grado di capire che il Dlgs n° 109/2006 non gli consente di iscriversi a un partito politico. Senza bisogno che gli dica il CSM.

 

 C’è il precedente del magistrato Giuseppe Ayala, che, dopo essere stato per due legislature deputato e per due legislature senatore del PdS e sottosegretario al ministero della Giustizia senza mai iscriversi al partito, è rientrato in magistratura e svolge attualmente il ruolo di Consigliere di una sezione civile della Corte d’Appello dell’Aquila. E ci sarebbe da eccepire.

 

Sulla vexata questio così si è espresso l’ex presidente dell'ANM Rodolfo M. Sabelli  "… Trovo inopportuno e perciò da evitare il passaggio dalla giurisdizione alla politica e viceversa”.

 

E c’è un solo modo per impedirlo: l’obbligo dei magistrati di dimettersi dall’ordine giudiziario. Ma il dottor Sabelli si è ben guardato dal chiederlo. E non ha detto una parola sullo stupefacente comportamento del magistrato Michele Emiliano.

 

 



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