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28/03/24

Immigrato si toglie la vita, non reggeva le discriminazioni sul posto di lavoro


Categoria: STILE LIBERO
Pubblicato Domenica, 28 Settembre 2014 10:56
  • Alessandro Frezzato

Kemal Smajlovic, 26 anni di origine bosniaca che viveva a Pont Canavese da quando era bambino, da tempo lamentava che in fabbrica era discriminato costantemente. L’aveva confidato in più occasioni ai familiari: "… Al lavoro non mi vogliono più. Perché sono straniero, perché sono musulmano. Un giorno hanno addirittura votato per costringermi a licenziarmi".

 

Al padre e ai fratelli quello sfogo era sembrato come uno di quei momenti che poi si superano. Invece forse in Kemal stava per esplodere un profondo disagio dal punto di vista psicologico. Talmente insostenibili per il 26 enne, che non ha retto.

 

Così qualche sera fa ha aspettato che nell’appartamento al terzo piano di via Roma a Cuorgnè, dove abitava con il padre e una sorella, non ci fosse più nessuno, ha aperto la porta d’ingresso, ha raggiunto il finestrone che si affaccia nel cortile e si è lanciato nel vuoto. Si è suicidato non lasciando nulla di scritto per spiegare le ragioni del suo terribile gesto.

 

Poche ore prima Kemal aveva avuto un pesante attacco d’ansia mentre al lavoro: "…E i titolari – racconta la sorella Alisa - gli avevano consigliato di andare al pronto soccorso". I dottori lo avevano visitato e dimesso dopo un paio di ore. "… C’ero io a casa quando è tornato dall’ospedale – continua la sorella – Stava bene". Alisa poi è uscita un momento per recuperare la macchina del fratello: "… Sono tornata e lui non era in casa, ho visto la finestra del pianerottolo aperta e mi si è gelato il sangue". Il fratello era a terra ormai deceduto.

 

Tale drammatica vicenda oltre a essere terribile di per se, poiché si tratta di un giovane esistenza e di un onesto lavoratore che si è tolto la vita, è la dimostrazione che il razzismo purtroppo è in numerose realtà ancora molto forte, in particolare nelle piccole provincie del nostro paese. Generalizzare è sbagliato, ma interrogarsi e riflettere diventa urgente e necessario...

 

 



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