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02/05/24

Generazione Senza Padri, di Gaja Pellegrini-Bettoli. Crescere in guerra in Medio Oriente


Categoria: LIBRI
Pubblicato Giovedì, 27 Agosto 2020 18:31
  • Giovanna D'Arbitrio

Generazione Senza Padri -Crescere in guerra in Medio Oriente, di Gaja Pellegrini-Bettoli (Ed. Castelvecchi), è basato su reportage e interviste dell’autrice portate a termine tra 2012  il 2017 in Medio Oriente e Nord Africa come freelance. “Questo libro è personale (…) - scrive - Il mio scopo è di offrire una finestra sulla quotidianità che ho potuto osservare in Medio Oriente e spero che, alla fine della lettura di queste pagine, avrete sostituito, come è successo a me, alcune certezze con delle domande, non le mie, ma le vostre”.

 

In effetti il suo racconto è una descrizione drammatica e sentita di luoghi dilaniati da guerre, rivolte, terrorismo, sequestri di persone, luoghi dove vivono “generazioni senza padri” che cercano comunque di sopravvivere. L’autrice parte dal sequestro in Algeria di Rossella Urru per poi spaziare sul Medio Oriente in genere, descrivendo vittime e carnefici, offrendo informazioni su fatti e personaggi talvolta poco noti in occidente, dialogando con persone importanti, ma anche con bambini, donne e anziani.

 

Significativa la citazione delle parole di Bob Woodward sulla mancanza di etica nel giornalismo: “Il dilemma centrale nel giornalismo è che non si ignora quello che non si sa”, poichéspesso si va solo alla ricerca della “notizia” senza curarsi di approfondire ciò che si racconta.

 

Sulla quarta di copertina si legge: “Questo libro, nato dall'esperienza di vita quotidiana dell'autrice in Medio Oriente, ne racconta gli scenari dietro le quinte, sfatando diffusi luoghi comuni e ricordando che il rischio di una narrativa troppo semplificata distorce e ostacola la comprensione della storia e dei popoli. La narrazione parte dal primo reportage sulle tracce del rapimento della cooperante italiana Rossella Urru, in Algeria nel 2012, per arrivare alla vita a Gaza e in Israele, fino alla guerra a Isis che scoppia nell'estate del 2014. Il volume include interviste ai vertici di Hezbollah, ai politici libanesi e ai protagonisti del fronte durante l'offensiva contro lo Stato Islamico, con i jihadisti e le loro vittime; ma coinvolge anche esponenti della cultura, architetti, artisti e cantanti pop. Un testo ricco di aneddoti che mette in risalto le contraddizioni della vita in Medio Oriente, di cui si legge poco, e le sfumature della complicata quotidianità di vita in questi Paesi, a volte con risvolti paradossali e comici”.

 

Il libro è senz’altro scritto in stile fluido e coinvolgente ed evidenzia la sensibilità dell’autrice, in particolare quando si sofferma sulle sofferenze dei bambini e degli umili in paesi tormentati da guerre, tra intrighi, interessi nazionali e internazionali, fondamentalismi religiosi. Bellissima la poesia, da lei citata, Pensa agli altri, del palestinese Mahmoud Darwish:

 

Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,

non dimenticare il cibo delle colombe.

Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,

non dimenticare coloro che chiedono la pace.

Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,

coloro che mungono le nuvole.

Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,

non dimenticare i popoli delle tende.

Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri,

coloro che non trovano un posto dove dormire.

Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,

coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,

e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.

 

Gaja Pellegrini-Bettoli, è laureata in Scienze Politiche, con un Master in Storia Economica conseguito alla London School of Economics. Dal 2013 vive in Medio Oriente. Scrive per Limes e per il Corriere della Sera.

 

Si è occupata di reportage sul fronte a Mosul in Iraq e di interviste politiche in Libano, Israele, Iraq, Algeria e nel Territorio Palestinese occupato. Ha partecipato come ospite analista da Beirut al TGCom24. Pubblica in inglese con numerose testate e think-tank. Ha lavorato per le Nazioni Unite a Gaza come addetto stampa, nonché presso il Parlamento Europeo.

 

 



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