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04/05/24

Aborto, giro di vite del Kansas: 'La vita inizia con la fecondazione'


Categoria: DIRITTI E LIBERTA'
Pubblicato Martedì, 09 Aprile 2013 13:49

“La vita inizia al momento della fecondazione”. Per questo motivo il Parlamento del Kansas ha approvato, con 118 voti a favore e 40 contro, una dura legge antiaborto che, con la firma del governatore repubblicano Sam Brownback, entrerà in vigore dal 1° luglio 2013.

 

La misura, passata dapprima alla House of Representatives dello Stato e successivamente anche al Senato, imprime un duro e deciso cambio di rotta alla legislazione attuale sull'interruzione di gravidanza, pratica dichiarata legale nel 1973 dalla Corte Suprema di Whashington a seguito della famosa sentenza 'Roe contro Wade'.

 

Secondo la nuova normativa, salutata nello stato del Midwest con entusiasmo e estrema soddisfazione dalle numerose associazioni prolife presenti in Kansas ma estremamente rilevanti sull'intero territorio degli States, alle cliniche e agli enti in cui si pratica l'aborto sarà proibito usufruire dell'assegnazione di fondi pubblici e delle agevolazioni fiscali indirette a cui hanno avuto accesso finora.

 

E' stato altresì confermato lo stop all'offerta di servizi abortivi presso qualsiasi ospedale pubblico e ordinato agli operatori sanitari che praticano l'interruzione di gravidanza di non partecipare mai più in alcun modo ai corsi di educazione sessuale nelle scuole dove, specifica la legge, sarà impedita la distribuzione di alcun tipo di materiale favorevole alla contraccezione.

 

Le strutture che non intendando poi desistere dalla volontà di praticare aborti, saranno costrette ad avvisare le donne incinte sui rischi a cui andranno incontro interrompendo la gravidanza, come la possibilità (mai dimostrata scientificamente ma seriamente 'reclamizzata' dai potenti e aggueriti gruppi antiabortisti dello stato) che si sviluppi in seguito un tumore al seno.

 

“Vent'anni fa c'erano 2200 cliniche abortiste in America – ha raccontato al Fatto Quotidiano Troy Newman, al vertice della più importante organizzazione antiabortista degli Usa, la 'Operation Rescue' – Ora sono 670”. Numeri importanti, che testimoniano l'enorme crepa apertasi sul suolo americano proprio su una delle conquiste più importanti degli ultimi 40 anni, quella del diritto all'aborto.

 

Anche altri sette stati a stelle e strisce (Ohio, North Dakota, Missouri, Kentucky, Arkansas, Illinois e Lousiana) hanno infatti adottato leggi altamente restrittive in difesa di quella vita che, è stato oramai stabilito, ha inizio “al momento della fecondazione”: in North Dakota il testo approvato e in attesa solo della firma del governatore, permette l'aborto addirittura solo in caso di pericolo per la madre, elinando di fatto anche la possibilità di ricorrervi in caso di malformazione del feto, stupro o incesto.

 

E mentre le organizzazioni 'in difesa' della vita esultano auspicando di poter tornare nuovamente davanti alla Corte Suprema (dove ci sarebbero 5 giudici su 9 contrari all'aborto), secondo un sondaggio condotto qualche mese fa dal 'Wall Street Journal/NBC, il 70% dei cittadini americani avrbbe dichiarato di preferire che la sentenza del '73 rimanga intatta, mentre per un altro 70% il diritto all'aborto dovrebbe però essere in qualche modo limitato, vietandolo solo eccezionalmente (il 23%) o solo quando si tratti di incesto, stupro o di serio pericolo per la vita della madre. (F.U.)



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