Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

02/05/24

Aborto, la Spagna di Rajoy prossima alla retromarcia


Categoria: DIRITTI E LIBERTA'
Pubblicato Lunedì, 22 Aprile 2013 15:52

Rivedere le norme che regolano l’interruzione di gravidanza. È un pallino della destra spagnola che da quando è tornata al potere ha più volte annunciato un intervento legislativo. Ora, però, pare che i tempi siano diventati maturi e, sotto la pressione delle alte sfere ecclesiastiche, sembra davvero che il governo voglia produrre quella che viene da più parti definita una controriforma in tema d’aborto.

 

Nel 2010 Zapatero con una legge aveva esteso a ogni donna, dai 16 anni in poi, di decidere liberamente («senza interferenze di terzi») entro la quattordicesima settimana. A un anno dai proclami del governo Rajoy, che si disse pronto ad intervenire per rendere per i minorenni obbligatorio il consenso dei genitori, e in concomitanza con la recente visita del Premier al nuovo Papa in Vaticano, il presidente della Conferenza Episcopale Spagnola Antonio María Rouco Varela, si è chiesto il “perché non ci sia ancora neanche un progetto di Legge che permetta una protezione efficace del diritto alla vita di quegli esseri umani innocenti, che non per essere nei primi stadi della loro esistenza, non devono godere di questo essenziale diritto fondamentale".

 

Tale sollecitazione ha ottenuto gli effetti desiderati. Una legge sull’aborto “sarà pronta entro l’estate”, ha detto infatti il Ministro della Giustizia Alberto Ruiz-Gallardón, annunciando che verrà eliminata “la possibilità legale di ricorrere all’interruzione di gravidanza per delle anomalie fetali”.

Sugli organi di stampa circolano notizie su una bozza con l’ipotesi che la violenza fisica non costituisca un buon motivo per abortire. Verrebbe così contemplato il danno psicologico, riconosciuto, così come la malformazione, da una equipe di medici.

 

Come riporta la corrispondenza di DonnediFatto ,si prospetta in sostanza un salto indietro di quasi trenta anni: alla legge del 1985, quando l’aborto era riconosciuto in caso di violenza (fino alle 12esima settimana), malformazione grave (fino alla 22esima) e rischio per la salute fisica o psichica della madre (senza limite), con l’aggiunta di ulteriori restrizioni.



Nuova Agenzia Radicale - Supplemento telematico quotidiano di Quaderni Radicali
Direttore Giuseppe Rippa, Redattore Capo Antonio Marulo, Webmaster: Roberto Granese
Iscr. e reg. Tribunale di Napoli n. 5208 del 13/4/2001 Responsabile secondo le vigenti norme sulla stampa: Danilo Borsò