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29/04/24

Afghanistan, la piccola Guantanamo del governo britannico


Categoria: DIRITTI E LIBERTA'
Pubblicato Giovedì, 30 Maggio 2013 17:44

Sono in 80, o 90 forse. Alcuni di loro, molti, sono trattenuti lì anche da più di un anno in attesa di processo; per alcuni di loro, molti, non è stata formulata una precisa accusa. Di alcuni di loro, molti, la famiglia ha avuto notizie solo dopo molti mesi, attraverso la Croce Rossa Internationale.

 

Mentre l'amministrazione Obama è ancora impantanata in una promessa che non riesce a mantenere e le 'tute arancioni' di Guantanamo digiunano per riacquisire la dignità di essere umani, un nuovo scandalo che riguarda palesi violazioni di leggi e diritti investe i cugini inglesi. Secondo quanto riportato dalla Bbc, infatti, le truppe britanniche di stanza in Afghanistan terrebbero prigionieri quasi un centinaio di uomini nella base di Camp Bastion.

 

I detenuti (pare tutti autoctoni), secondo i documenti preparati da alcuni legali inglesi che difendono otto di loro, sarebbero trattenuti in reclusione arbitraria perchè sospettati di aver preso parte alla guerriglia degli insorti talebani.

 

Inoltre, rincara la dose la Bbc, le denunce della Public Interests Pawyers (società che rappresenta i cittadini afghani) parlano di alcuni prigionieri – un ragazzo di 14 anni e un giovane padre di 20 arrestati durante un raid nell'Helmand – a cui sarebbe stata negata l'assistenza legale e di altri che hanno potuto parlare coi propri avvocati soltanto dopo molti mesi dal loro arresto e dall'interrogatorio militare.

 

Il 18 aprile scorso, dunque, i legali hanno presentato denuncia a un tribunale del Regno Unito: i giudici dovrebbero ora prendere in esame la vicenda entro la fine di luglio. Intanto il ministro della Difesa britannico, Philip Hammond, ha in un primo momento sostenuto che la detenzione è totalmente legale, ma ha poi fatto sapere che quanto prima i detenuti verranno consegnati al governo afghane.

 

Un 'passaggio del testimone' non avvenuto prima, spiegano da Londra, per il timore che le autorità giudiziarie di Kabul non garantissero ai prigionieri un giusto processo. Questione di premura, dunque. O del più tradizionale humor inglese. (F.U.)



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