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03/05/24

Governo Letta in stand by


Categoria: POLITICA
Pubblicato Domenica, 21 Luglio 2013 14:11
  • Ermes Antonucci

La lentezza e lo stallo che sembrano caratterizzare nelle ultime settimane l’azione politica del premier, preoccupano e non poco gli osservatori politici e finanziari internazionali. Scriveva Piero Ostellino sulle pagine del Corriere della Sera qualche giorno fa, che al premier Letta non resta che una strada: “Un colpo d’ala sull’economia, un po’ più di coraggio nel dare risposte vere a famiglie e imprese. Qualcosa che assomigli a uno scatto in avanti lungo la strada impervia della modernizzazione”. Insomma, concludeva Ostellino, “scelga da dove cominciare, ma scelga, scelga di osare verso lo sviluppo, non di rifugiarsi nella quieta conservazione”.

 

L’impressione, appunto, è che gli entusiasmi e le sollecitazioni iniziali espresse dal nuovo esecutivo abbiano dovuto fare i conti con le tradizionali resistenze di carattere corporativo e assistenziale che affliggono in modo endemico l’economia e la società italiana. Le stesse che poi, in sostanza, hanno contribuito a frenare i tentativi riformatori del governo dei tecnici, tanto fiduciosi al principio quanto avviliti al termine della loro esperienza politica.

 

Che l’originario iper-attivismo del governo si sia evidentemente attenuato, pare esserne consapevole lo stesso Enrico Letta. In quest’ottica, infatti, deve essere letta la spedizione nei giorni scorsi del premier italiano nella City londinese, il centro della finanza mondiale. Colloqui “diplomatici” con il premier inglese David Cameron e il leader laburista Ed Miliband, ma soprattutto riunioni con banchieri, manager, vertici di multinazionali, oltre che una visita alle redazioni dell’Economist e del Financial Times.

 

Una platea bisognosa di essere rassicurata sul futuro dell’Italia, sulla stabilità del quadro politico e sulla sostenibilità dei conti pubblici. Il commento di Letta, su questo punto, è stato chiaro: “La City è un hub essenziale per la nostra credibilità”. Resta da capire ora se il presidente del Consiglio sarà in grado di far seguire a questi incoraggiamenti un effettivo cambio di rotta a livello legislativo.



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