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23/11/24 ore

'In solitario', a vele spiegate tra fair play, solidarietà e amicizia



Dopo il successo del film “Quasi Amici” i produttori e l’attore protagonista sono di nuovo insieme nell’opera prima del regista Christophe Offenstein, “In Solitario”. Questa volta François Cluzet interpreta il ruolo di uno skipper, Yann Kermadec, un grintoso vedovo sessantenne che lascia a casa la figlia Léa e la compagna Marie per realizzare il suo sogno di partecipare al Vendée Globe, sostituendo l' amico Franck Drevil (G. Canet), bloccato da un infortunio.

 

Durante la sua “solitaria” circumnavigazione del globo terrestre, Yann è costretto a fare una sosta a Capo Verde per riparare un danno alla barca e quando riparte scopre a bordo un clandestino, Mano Ixa (S. Seghir), un ragazzo nato in Mauritania che spera di arrivare in Francia per curarsi una grave malattia.

 

All’inizio Yann è sbigottito e irritato: quella gara rappresenta per lui un sogno nel cassetto, per realizzarlo si è allontanato perfino da Léa e Marie, con le quali ora comunica teneramente solo mediante Skype. Concentrato e determinato nel perseguire i suoi obiettivi, egli non vuol correre il rischio di essere squalificato. Quel viaggio intorno al mondo (metafora della vita), tuttavia, sarà pieno di imprevedibili esperienze che lo indurranno a fare le ”scelte giuste” dopo un’intima e tormentata lotta con se stesso.

 

Il film in effetti si concluderà con un finale a sorpresa, nel rispetto di valori umani, solidarietà, amicizia e…fair play. Tra oceaniche, sconfinate distese, tramonti mozzafiato e imponenti, gigantesche onde di spaventose tempeste, il film riesce ad unire azione, suspense, humour e riflessioni introspettive che scandagliano l’animo umano, esaltando valori e sentimenti positivi con uno stile asciutto ed essenziale che non cade nel mélo, davvero sorprendente in un’opera prima.

 

Agli appassionati di vela e di competizioni, e non solo, il film regala due ore di emozioni e di immersione nella natura selvaggia del mare. Un film da vedere per bravura degli attori, in particolare del sensibile F. Cluzet dal volto simpatico ed espressivo, per la sceneggiatura di J. Cottin, C. Offenstein e T. Bidegain, la fotografia di G. Schiffman, le musiche di A. Iglesias, la scenografia T. Chavenon.

 

Giovanna D'Arbitrio


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