La nuova amministrazione Trump dichiara di non volere la guerra. Tuttavia, se l'Iran diventa più aggressivo e arriva al punto di raggiungere una bomba nucleare, come può l'amministrazione Trump perseguire una politica che non avrà bisogno di inviare truppe americane in Medio Oriente? La Repubblica islamica dell'Iran non rinuncirà al suo programma nucleare. In tal caso, Israele seguirà la sua dottrina di inizio, per non consentire a Teheran di ottenere la bomba atomica. Tuttavia, se Israele colpisce le capacità nucleari dell'Iran, il regime della Repubblica islamica sarà indebolito ma non crollerà e riprenderà le sue attività sovversive nella regione e nel mondo. Allora, cosa fare?… di Anna Mahjar-Barducci*
Il neo eletto presidente Donald Trump ha promesso di porre fine alle guerre, non di iniziarle. Eppure, ha annunciato quella che potrebbe diventare una delle guerre commerciali più destabilizzanti della storia, scuotendo le fondamenta del commercio globale. Ha dichiarato che avrebbe imposto aumenti tariffari radicali, fino al 60%, sulle importazioni dalla Cina, la nazione che considera un avversario strategico, e dal 10% al 20% su altri paesi, compresi gli alleati. Il suo gabinetto e il Congresso, che siano d'accordo o meno, sembrano allineati con questa linea. Potrebbero esserci motivi per credere che tali misure potrebbero paralizzare la Cina o costringerla a negoziare da una posizione di debolezza. La Cina si trova in una situazione economica sempre più precaria, lottando per guadagnare terreno nonostante gli sforzi del governo. Ma non è tutto… di Francesco Sisci
“L'elezione di Donald Trump funge da campanello d'allarme per le iniziative di difesa dell'Unione Europea, poiché, per la prima volta, gli europei orientali e occidentali, insieme al Regno Unito (ora fuori dall'UE), si trovano allineati su questioni riguardanti l'Ucraina e gli Stati Uniti, anche se per ragioni diverse. Gli occidentali esprimono preoccupazione per il comportamento abrasivo di Trump, mentre sia il Regno Unito che le nazioni dell'Europa orientale sono più concretamente preoccupate che il nuovo presidente possa ritirare il sostegno all'Ucraina, una situazione che ha implicazioni esistenziali per molti di loro… - così l’analista politico Francesco Sisci inquadra lo scenario che riguarda lo sviluppo dei rapporti USA-UE dopo il voto delle presidenziali del 5 novembre negli stati uniti… Su una prima analisi degli scenari che si vanno prefigurando dopo l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, sia per quanto riguarda l’Europa, e ancor di più nel contesto mondiale, in particolare nello scacchiere asiatico, Francesco Sisci, giornalista, analista politico e sinologo conversa con Giuseppe Rippa, direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale…
- Primi appunti sulla futura era del Trump 2. Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)
Quella della Francia è una crisi economica che porta alla recessione? Attraversata da una seria crisi politica e istituzionale, si ha la sensazione che questa stia degenerando a tutti gli effetti nell’incapacità di gestire i conti pubblici… Ancor meno rassicurante è lo scenario della Germania del cancelliere Olaf Scholz, la cui coalizione di governo registra differenze ideologiche al suo interno che impediscono una risposta forte, in un senso o nell’altro alla evidente crisi del Paese. L’industria automobilistica tedesca vive una parabola negativa che si potrebbe definire drammatica… E poi sui caratteri poco analizzati di una crisi dell’economia cinese dagli effetti negativi legati principalmente a una politica che non ha favorito la crescita della domanda interna… Esistono tra loro connessioni su queste crisi così diverse eppure così simili. Chi aveva guardato con prospettiva di sviluppo senza fine al rapporto con la Cina, ha difettato di capacità di visione. E la stessa cosa ha fatto la Cina?
Di questi hanno discusso Francesco Sisci, giornalista, analista politico, sinologo, con Giuseppe Rippa, direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale…
- Francia, Germania, Cina, crisi economiche diverse e simili. Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)
L'ethos nazionale israeliano esige il rilascio degli ostaggi, e c'è un modo per riportarli indietro. Questo approccio ha maggiori probabilità di successo rispetto alla politica attualmente adottata dal governo israeliano. È anche più efficace e più sicuro della pressione militare, che potrebbe mettere in pericolo sia gli ostaggi sia le forze che cercano di salvarli… La maggior parte degli israeliani non è a conoscenza del ruolo del Qatar nella detenzione, nella tortura e nell'omicidio degli ostaggi. Per la maggior parte degli israeliani, Hamas è colui che detiene gli ostaggi, mentre il Qatar è il mediatore neutrale che aiuta nel loro rilascio. Questo è anche ciò che il governo israeliano sta comunicando al pubblico per giustificare la sua politica di cooperazione con il Qatar. Ma in realtà, il Qatar è Hamas e Hamas è il Qatar. Il Qatar detiene la chiave per il rilascio degli ostaggi, come verrà chiarito di seguito… di Yigal Carmon*
Le discussioni, polemiche e prese di posizione sui drammatici eventi di questi ultimi tempi in Medio Oriente hanno rinfocolato e diffuso ulteriormente narrazioni deformate, manipolate, sulla storia di quelle terre, che inevitabilmente alimentano l’odio tra i popoli, come se ce ne fosse ulteriore bisogno… di Antonio Trinchese
Comprendere la periferia dell'Iran e le lamentele delle sue minoranze etniche è essenziale per plasmare una strategia per un cambio di regime in Iran. La popolazione dell'Iran è stimata in circa 87.000.000, di cui circa la metà sono etnici persiani che vivono prevalentemente nell'Iran centrale, il resto sono curdi, balochi, azeri, arabi, turkmeni, lur e etnie caspie. Sebbene i regimi successivi in Iran siano riusciti ad affrontare le rivolte etniche, hanno perso la guerra ideologica e politica contro gli etno-nazionalismi delle minoranze… di Himdad Mustafa* (da Memri)
La denuncia dell’intelligence della Corea del Sud su l’invio di truppe nordcoreane in Russia per un possibile impiego nella guerra di aggressione in Ucraina (si parla di circa 1200 militari in un primo intervento, a cui seguirebbero altri 10.500 che sono pronti a seguirli) ha portato il governo di Seul a una forte denuncia poiché ritiene questa una inaccettabile violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu e ribadito che se la cooperazione militare illegale proseguirà non resterà a guardare, insomma reagiranno… La Corea del Nord dice che si tratta di una falsa notizia (anche se immagini satellitari mostrano il contrario). Di questo e della riunione dei Brics discutono Francesco Sisci, giornalista, sinologo, analista politico, e Giuseppe Rippa, direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale.
- Nord Corea-Russia, summit Brics. Asia pulsioni contrastanti di Cina e India. Conversazione Sisci-Rippa (Agenzia Radicale Video)
Se l’esito della guerra scatenata da Hamas contro Israele, anche dopo la morte di Yahya Sinwar, il capo militare del gruppo terroristico e ideatore del pogrom del 7 ottobre 2023 in cui furono assassinati più di 1mille e 200cento israeliani, di diversa religione e provenienti da nazionalità diverse, se l’esito dicevamo appare ancora incerto nel suo drammatico sviluppo… Sui fronti della guerra quello libanese ha una più diretta definizione dello scontro di sempre tra l’Iran degli Ayatollah e lo Stato ebraico. Questo chiama in causa l’Onu e la sua missione Unifil… l compito della missione Unifil era mantenere la pace nella zona e invece ha permesso a Hezbollah di costruire un vasto e micidiale arsenale militare a pochi metri dagli insediamento Onu-Unifil, rivelando una assoluta inefficacia della sua azione… La conversazione di Francesco Sisci con Giuseppe Rippa approfondisce proprio la vicenda dell’imprescindibilità dell’ONU, l’assenza di azione dell’Unifil rispetto agli obiettivi, il fatto di ritrovarsi in una terra di nessuno diplomatica rischiosissima che rivela la mancanza di consenso culturale della Nazioni Unite…
- Unifil: l’imprescindibile ONU senza prospettive. Conversazione di Francesco Sisci con Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)
Il 7 ottobre 2023 si è consumato il più grande dramma dalla tragedia della Shoah. In un contesto Medio Orientale attraversato da decenni e decenni di conflitti, in una situazione molto molto complicata in cui il racconto si è limitato superficialmente a quello che veniva e viene definito lo scontro tra arabi e ebrei… Il lavoro di Anna Mahjar-Barducci, ricercatrice del Memri - Middle East Media Research Institute, l’istituto di ricerca sui media del Medio Oriente e non solo, collaboratrice da sempre di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale, fa comprendere quanto questa trama più essere rilevata proprio attraverso un’analisi degli eventi e delle persone che sono state vittime dell’eccidio del 7 ottobre 2023… Quella che segue è una conversazione da Gerusalemme con la stessa Anna Mahjar-Barducci con Giuseppe Rippa direttore di i Quaderni Radicali e Agenzia Radicale…
- 7 ottobre 2023: il pogrom dimenticato. Conversazione con Anna Mahjar-Barducci (Agenzia Radicale Video)
Molti dei rapporti investigativi che esaminano il 7 ottobre si concentrano intensamente sull'intelligence, ignorando i fallimenti a livello strategico e politico. In effetti, i fallimenti di intelligence, tattici e operativi che hanno portato al disastro sono stati molti, ma questi saranno discussi in un articolo separato. Questo documento si concentrerà esclusivamente sui livelli politico e strategico… di Yigal Carmon* (da Memri)
é uscito il N° 118 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
è uscito il libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "Napoli dove vai" |
è uscito il nuovo libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "l'altro Radicale disponibile |