È durata tre settimane la pia illusione degli indipendentisti catalani che poteva far gioco alla loro causa avere alla presidenza del Parlamento europeo David Sassoli al posto di Antonio Tajani. Adesso Sassoli ha ratificato senza fiatare la decisione del Tribunal Supremo spagnolo che respinge la sentenza della Corte di Giustizia europea sul diritto del detenuto Oriol Junqueras di sedere sul suo seggio al Parlamento di Strasburgo, anche ai catalani è chiaro quel che è chiaro agli italiani: quando il gioco si fa duro è meglio non fare affidamento su David Maria Sassoli. di Enrico Rufi
Annus horribilis il 2019 anche per la Spagna. Non solo e non tanto perché è stato di fatto un intero anno di crisi di governo, ma perché lo Stato spagnolo, a cominciare dalla sua magistratura, ha pagato un prezzo molto più alto del previsto alla sua politica repressiva nei confronti degli indipendentisti catalani. E lo ha fatto pagare anche alla Commissione europea, accodatasi alla ragion di Stato di Madrid, ma soprattutto al Parlamento di Strasburgo, a guida Tajani prima e Sassoli poi, che per compiacere la Spagna ha escluso per cinque mesi dal suo plenum tre eletti catalani, legittimi rappresentanti di quasi due milioni e mezzo di elettori. di Enrico Rufi
Il leader catalano Oriol Junqueras, tenuto in detenzione provvisoria per oltre due anni, aveva diritto all'immunità nel momento in cui è stato eletto membro del Parlamento europeo, ha deciso la Corte europea di Giustizia giovedì 19 dicembre.
Alcune centinaia di persone provenienti da diverse contrade di Francia si sono date appuntamento sabato scorso a Parigi davanti al Ministero dell’Éducation Nationale per una manifestazione pressoché ignorata dai mezzi d'informazione parigini: un'iniziativa a sostegno della petizione promossa dal collettivo «Pour que vivent nos langues» e rivolta al titolare del ministero, Jean-Michel Blanquer, per denunciare il «linguicidio» in atto in Francia. di Enrico Rufi
Bisogna essere grati a Puigdemont & co. anche per aver fatto conoscere meglio all’opinione pubblica europea chi è Pedro Sánchez al di là delle apparenze. Senza il potente scontro in atto con i catalani, il ducetto e il furbetto che sono in lui difficilmente sarebbero venuti a galla con tanta evidenza. E, soprattutto, il centralista antifederalista, finora camuffato sotto l’immagine del giovane leader moderno, europeo, progressista, quello che ha perfino sfrattato Franco dal suo mausoleo. di Enrico Rufi
Doveva essere il presidente dell’Alþingi, il Parlamento islandese, Steingrímur Sigfússon, a richiamare l’attenzione dell’Europa su quanto accade in Catalogna, intervenendo recentemente davanti a tutti i presidenti di parlamento degli Stati europei, quindi in ambito di Consiglio d’Europa. In particolare, ha voluto dire la propria incredulità per la sorte della sua ex omologa Carmen Forcadell, condannata a undici anni di carcere in quanto presidente del parlamento catalano nei mesi caldi del 2017. di Enrico Rufi
Ha rivolto un drammatico appello al ministro Boccia la bolzanina Michaela Biancofiore, deputata Fi e coordinatrice regionale del Trentino Alto Adige «e ovviamente al commissario del governo di Bolzano, affinché l’aberrante legge approvata ieri dal consiglio della Provincia di Bolzano, a maggioranza etnica Svp-destre, che abolisce il nome Alto Adige, venga immediatamente impugnata. Un atto gravissimo di abolizione della toponomastica, un attentato vero e proprio alla Costituzione. Lasciar passare un tale affronto al sistema Paese – aggiunge - sarebbe come accettare che una minoranza nazionale che assuma il controllo del governo nazionale, abolisca il termine Italia». di Enrico Rufi
Politici prigionieri o prigionieri politici? Dopo la sentenza del Tribunal Supremo spagnolo, è chiaro quel che in Catalogna e in Europa era già abbastanza evidente fin da subito: prigionieri politici. Ed è chiaro anche, non solo perché questa è la valutazione degli stesi condannati, che non Giustizia hanno fatto i giudici, ma vendetta. Solo la vendetta, segno della rabbia impotente dello Stato spagnolo, può del resto spiegare nell’Europa del XXI secolo pene di tredici anni di carcere per aver organizzato un referendum e una manifestazione popolare. di Enrico Rufi
Al di là dei Pirenei, dove - notava Blaise Pascal - è errore quel che è verità al di qua, non c’è attesa solo per la sentenza del Tribunal Supremo sulla sorte dei prigionieri catalani, che dovrebbe arrivare da un momento all’altro. C’è attesa anche per il pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, previsto per il 14 ottobre, chiamata a stabilire se centinaia di migliaia di cittadini catalani hanno diritto di aver voce a Strasburgo come tutti gli altri cittadini europei oppure no. di Enrico Rufi
Per restituire al mittente le critiche europee alla politica repressiva nel Kurdistan turco – per esempio la recente destituzione di tre sindaci curdi del l’HDP, il Partito Democratico dei Popoli - il ministro dell'Interno turco Suleyman Soylu ha argomentato così: noi facciamo con i curdi né più né meno di quello che la Spagna fa con i catalani, con la sola differenza che la Spagna ha tutta la comprensione e tutto il sostegno dell’Unione europea. Non solo. I dodici accusati e processati per attentato all’ordine costituzionale, sedizione e ribellione sono nonviolenti, mentre i curdi nonviolenti non sono. di Enrico Rufi
Due notizie in una: la prima è che all’Università di Barcellona l’Assemblea Nacional Catalana ha organizzato per sabato 28 settembre una giornata internazionale dedicata alla nonviolenza (senza trattino). La seconda è che non c’è traccia di PRNTT (Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito) nel programma dell’evento. di Enrico Rufi
é uscito il N° 118 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
è uscito il libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "Napoli dove vai" |
è uscito il nuovo libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "l'altro Radicale disponibile |