La novità è questa, ma la questione non è nuova: un voto del parlamento di Vienna – contrari i socialdemocratici - ha impegnato il governo austriaco ad avviare colloqui col governo italiano e la provincia autonoma di Bolzano e a presentare una proposta di legge per riconoscere anche la cittadinanza austriaca ai tirolesi di lingua tedesca e ladina e passaporto italiano. «L'Austria sta solo facendo ciò che l'Italia ha da tempo attuato con i suoi italiani all'estero», ha dichiarato perfidamente Sven Knoll, leader del movimento popolare secessionista della Süd-Tiroler Freiheit. Neanche a dirlo, levata di scudi corale sia dei sovranisti che degli antisovranisti italiani, cioè dei cosiddetti europeisti.
Già due anni fa i nazionalisti e gli europeisti nostrani avevano fatto muro contro ogni ipotesi di apertura alla doppia cittadinanza. Non solo Giorgia Meloni e tutti i suoi Fratelli d’Italia, ma anche l’allora sottosegretario agli Affari europei, quel Sandro Gozi del PDche evocò lo spauracchio di rivendicazioni pantirolesi o separatiste e che vede in Macron «l’unico leader europeo oggi veramente impegnato per l’Europa che vogliamo». Cioè che vuolelui Gozi, che infatti adesso fa il consulente per il governo francese, e che a maggior ragione vuole un centralista doc come l’ex Primo ministro francese Manuel Valls, ultimamente andato a fare il giacobino al di là dei Pirenei.
C’è un posto, in Europa, che non importa e non esporta giacobini, perché il federalismo che lí vige è incompatibile col giacobinismo. E pure col nazionalismo. E infatti è particolarmente laico l’approccio con la questione cittadinanza, visto che un quarto dei cittadini della Confederazione Elvetica ha due passaporti e che si calcola che da qui a vent’anni uno svizzero su due avrà più di una cittadinanza, come risulta da uno studio della Commissione federale della migrazione.
Dice il suo presidente Walter Leimgruber: «Sempre più persone sono “sia una cosa sia l’altra”. Dovremmo quindi abbandonare il concetto di “o una cosa o l’altra”. E cos’è poi la “vera” Svizzera? […] Tre quarti degli svizzeri che vivono all’estero hanno la doppia cittadinanza e ci collegano con il mondo. Questo potenziale andrebbe sfruttato così come quello delle persone con due passaporti che vivono in Svizzera ».
Abbandonare il concetto di «o una cosa o l’altra»… Et et, non aut aut. Molto pannelliano, anche se come si sa Marco Pannella avrebbe voluto rinunciare alla cittadinanza italiana per quella vaticana.
Queste parole ci riportano dritti dritti in Sud Tirolo, una quarantina di anni fa però, quando Alex Langer si rifiutava di scegliere l’appartenenza esclusiva al censimento etnico, finendo apolide in casa sua, lui che puntava ad una cittadinanza comune europea.
Un altro grande figlio del Sud Tirolo, oltre che amico di Langer, Reinhold Messner aveva rifiutato la logica dei muri e delle gabbie, dichiarandosi italiano, tedesco e inglese al tempo stesso. Questa è oggi la sua reazione alla proposta del doppio passaporto:«Tale opportunità deve essere data anche ai sudtirolesi di lingua italiana e in particolare ai trentini. La popolazione del Trentino ha difeso la propria Heimat, parte del regno austroungarico fra il 1914 e il 1918. Chi vive in questa terra, una volta chiamata Welchtirol o Südtirol, che allora non era Bolzano ma il Trentino, ne deve avere diritto».
Parole spiazzanti, parole europeisticamente scorrette, musica per le orecchie dei federalisti. Più doppie e triple e quadruple nazionalità ci saranno in Europa, più verranno svalutati i vari passaporti a vantaggio di quello europeo, e meglio si accompagnerà l’uscita di scena degli Stati-Nazione.
Altre parole dal sapore federalistico sono quelle del governatore della regione Trentino-Alto Adige/Südtirol Arno Kompatscher. Premesso, dice, che la soluzione sarebbe la cittadinanza europea, «la richiesta del doppio passaporto per i sudtirolesi è legittima, se viene vista come passo intermedio verso la cittadinanza europea. La risposta è più Europa».
Attenzione però a non equivocare le sue conclusioni, se non altro perché Bonino & company vedono come fumo negli occhi il doppio passaporto austriaco.
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