Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/11/24 ore

Un Sacchetto di Biglie di Christian Duguay. La storia vera di due bambini ebrei



Un Sacchetto di Biglie (Un Sac de Billes), del regista canadese Christian Duguay, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Joseph Joffo del 1973, è un remake del film di Jacques Doillon del 1975

 

La storia inizia in Francia durante la seconda guerra mondiale, quando per sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei degli invasori tedeschi, la famiglia Joffo, composta dai genitori e quattro figli, è costretta a lasciare Parigi organizzando itinerari separati per meglio sfuggire alla cattura.

 

Nel corso di un drammatico discorso, Joseph e Maurice ricevono dal padre denaro e istruzioni per attraversare la Francia e valicare la frontiera. Unico ricordo della loro infanzia rubata, qualche biglia (sfuggita al sacchetto lasciato a casa) che Joseph porta con sé.

 

I due fratelli iniziano così un lungo, rocambolesco viaggio in cui conosceranno persone molto diverse tra loro, come sacerdoti molto umani, un sensibile medico ebreo, crudeli ufficiali tedeschi e collaborazionisti, coraggiosi partigiani pronti a morire per difendere la libertà e tanti altri: una ricca galleria di personaggi sullo sfondo tragico di persecuzioni razziali ed eventi bellici.

 

I due ragazzi, coraggiosamente affrontano pericoli e difficoltà di ogni genere per salvarsi e ricongiungersi alla loro famiglia, costretti a maturare in fretta nonostante la loro giovane età. Le biglie diventano l’emblema dell’infanzia rubata, dei giochi interrotti, ma anche la speranza di ritornare a casa e di ritrovare i propri cari.

 

Un film che fa riflettere non solo sulla Shoah, l’orrendo Olocausto, ma anche sui mali sempre attuali di razzismo, guerre, disumane sofferenze inferte ai bambini ancor oggi, in conflitti sempre ricordati o in tante guerre “dimenticate” sulle quali inspiegabilmente si spengono i riflettori.

 

Ho letto il libro anni fa, ho visto il film di Doillon nel 1975 e penso che il remake sia più aderente al libro, come in effetti lo stesso Joseph Joffo ha affermato  in una conferenza organizzata per studenti universitari. A quanto pare egli stesso ha sollecitato un remake del film per correggere l’immagine di suo padre, poco veritiera nel film di Doillon, nonché falsità in esso espresse su alcuni sacerdoti che aiutarono lui e il fratello durante la fuga.

 

Il film si avvale di un buon cast di attori, tra i quali ricordiamo Dorian Le Clech (Joseph Joffo)  Batyste Fleurial (Maurice Joffo) Patrick Bruel (Roman Joffo) Elsa Zylberstein (Anna Joffo)  Holger Daemgen (Alois Brunner), Christian Clavier (dottor Rosen). Valida la sceneggiatura scaturita dalla collaborazione di Benoît Guichard, Christian Duguay, Laurent Zeitoun.

 

Un film che dovrebbero vedere soprattutto i giovani per il suo valore educativo.

 

Ecco un video sulla conferenza in cui J. Joffo parla a giovani universitari.

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


Aggiungi commento