Dopo il grande successo riscosso in Francia, è arrivato sugli schermi italiani il film di Louis Jiulien Petit Le Invisibili (Les Invisibles), tratto dal libro di Claire Lajeunie “Sur la route des invisibles: Femmes dans la rue".
Il film narra la storia del centro diurno di accoglienza femminile Envolche viene chiuso dal Comune per il basso tasso di reinserimento, malgrado le proteste delle assistenti sociali Monique, Chantal, Audrey ed Hélène che cercano di aiutare donne senza tetto .
Davanti al cancello del centro si accalcano molte donne disperate che hanno adottato nomi di persone celebri, come Lady D, Édith Piaf, Brigitte Macron, Salma Hayek, per conservare l’anonimato mentre chiedono un caffè, cibo, una doccia, una parola gentile.
Quando i fondi sono sospesi, Audrey (Audrey Lamy) e Manu (Corinne Masiero) con l'aiuto di Angelique (DéborahLukumuena), Monique (Laetitia Grigy ) ed Hélène (Noémie Lvovsky), psicologa trascurata dal marito, decidono di aprire illegalmente un dormitorio e un laboratorio terapeutico con l’ obiettivo di valorizzare attitudini e abilità di ogni clochard per favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro.
Tra mille difficoltà lo scopo in fondo è raggiunto, anche quando il centro verrà definitivamente chiuso per intervento delle autorità, come evidenzia la scena conclusiva delle donne che lasciano il luogo a testa alta con riacquistata dignità, sicure di se stesse e delle proprie capacità.
Il regista conferma il suo impegno civile nel trattare temi sociali dopo precedenti pellicole, come Discount, storia di un gruppo di cassiere sostituite da casse automatiche che aprono un "Discount alternativo" clandestino, e Carole Matthieu, forte denuncia di strategie manageriali, causa di suicidi tra i dipendenti. Le opere di J. L. Petit, dunque, si spingono oltre la mera osservazione di iniquità sociali, esaltando la disobbedienza civile di persone decise a reagire all’ingiustizia in modo concreto.
Notevole la sceneggiatura (Marion Doussot, Claire Lajeunie, Louis-Julien Petit) condialoghi vivaci e talvolta non privi di humour malgrado la drammaticità delle situazioni, magistrale l’interpretazione delle già citate interpreti principali,supportate dadiverse attrici non professioniste le cui vite ne hanno talvolta ispirato i ruoli.
In effetti il regista ha raccolto testimonianze reali nei centri di accoglienza non solo per ridare visibilitàa donne dimenticate dal mondo, ma anche per rilanciare i diritti umanioggi sempre più calpestati.“Le mie protagoniste, gran parte delle quali vive davvero in strada in una condizione di sopravvivenza- ha affermato-sono combattenti di una Resistenza contro l'epoca contemporanea che non le vede nemmeno, e che non ha posto per loro".
A quanto pare anche la politica si è interessata al film per il successo riscosso in Francia. Come lo stesso J.l. Petit ha rivelato: la sindaca di Parigi è intervenuta per migliorare la situazione delle persone senza fissa dimora e ha fornito alloggio per 50 di loro e perfino il presidente Macron ha favorito l’approvazione di una legge per cercare soluzioni abitative ai senza tetto.
Infine il film è stato portato in giro nelle scuole e nelle carceri dalle attrici non professioniste.
Ecco un’intervista al regista. (da SpettacioloEU)