Presentato alla mostra cinematografica di Venezia 2019, Le Verità, del regista coreano Hirokazu Kore'eda è centrato su un difficile rapporto madre-figlia.
Un inizio con belle immagini del giardino di una villa: è quella di Fabienne (Catherine Deneuve), situata al centro di Parigi, piccolo regno di un’attrice che alla carriera ha sacrificato anche gli affetti personali.
Quando pubblica la sua autobiografia, la figlia Lumir (Juliette Binoche) torna a Parigi da New York con il marito, Hank, (Ethan Hawke) e la figlia. Lumir da bambina sognava di fare l'attrice, ma poi da adulta è diventata una sceneggiatrice, in costante conflitto con sua madre che ama fuggire di fronte alla realtà e scegliere gratificanti bugie.
Adorata dagli uomini che la circondano malgrado protagonismo, egoismo e capricci, Fabienne riversa nella recitazione anche ciò che sperimenta nella vita, confondendo realtà e immaginazione. Nell'incontro tra madre e figlia, tuttavia, le verità celate riemergono improvvisamente dal passato, ma per fortuna generano finalmente anche chiarimenti e vera comunicazione.
il film si muove in effetti tra incomunicabilità, ambiguità, allusioni, ruoli familiari e ricordi, costruito come un incastro di scatole cinesi, poiché all’interno delle dispute familiari reali s’inseriscono quelle finte di un film che Fabienne sta girando. Ciò accentua ancor più l’ambiguità tra finzione e realtà, evidenziando così l’intenzione del regista di paragonare la vita ad un grande palcoscenico in cui tutti spesso recitano.
Vincitore della Palma d'oro a Cannes 2018 con “Un Affare di Famiglia”, Kore’da in Le Verità prova a descrivere un contesto borghese occidentale, pur rimanendo legato al tema delle dinamiche dei nuclei familiari.
Rispetto alle sue opere precedenti, tuttavia, il film risulta più complesso, a tratti intellettuale e artificioso. Comunque rimane encomiabile l’impegno prodigato, se si considerar che oltre alla regia, Kore’da è anche autore della sceneggiatura e del montaggio.
Ottimo il cast che, oltre ai già citati interpreti, include Clémentine Grenier (Charlotte), Manon Clavel (Manon) Christian Crahay (Jacques), Roger Van Hool ( Pierre), Ludivine Sagnier (Amy), Alain Libolt (Luc).
La fotografia è di Éric Gautier, le musiche di Aleksej Ajgi, la scenografia di Riton Dupire-Clément