Dopo aver diretto con successo l’omonimo testo (Il silenzio grande) di Maurizio De Giovanni a teatro, Alessandro Gassmann ne propone ora la versione cinematografica in cui il tema rimane sempre quello dei rapporti familiari e del tempo che passa in una villa dove le vite dei personaggi scorrono e mutano negli anni.
Il film è ambientato negli anni ‘60 a Napoli dove una splendida villa, ora quasi in rovina, viene messa in vendita da Rose (Margherita Buy), moglie del noto scrittore Valerio Primic (Massimiliano Gallo), molto legato alla casa insieme a Bettina, amorevole domestica della famiglia: una decisione dolorosa, ma volentieri accettata dai figli, Massimiliano (Emanuele Linfatti) e Adele (Antonia Fotaras), due giovani squinternati sempre vissuti nell’agiatezza, senza mai affrontare la realtà.
E così ricordi, sentimenti, rimpianti emergono dai dialoghi, ma purtroppo ormai da troppo tempo Valerio si è chiuso nel suo mondo fatto di libri, sistemati nel suo studio rispettando il criterio di omogeneità emotiva, e il silenzio grande che secondo la saggia Bettina (Marina Confalone) si accumula nel tempo con la somma di tanti piccoli silenzi, quando le persone di una famiglia non comunicano tra loro. E Valerio scoprirà di non aver mai davvero conosciuto i suoi cari, fino a concludere con amarezza che vivere non significa esser davvero vivi, come evidenzia il finale a sorpresa.
Molto particolare il personaggio di Bettina, interpretato in modo magistrale da Marina Confalone, una sorta di grillo parlante, di raisonneur delle pièce francesi, una donna pragmatica e saggia che arriva alla verità pur non avendo la cultura di Valerio.
L’altro tema importante del film è la contrapposizione tra realtà e fantasia, come evidenziano alcuni “siparietti”, come quello in cui Valerio immagina la sua cameriera nelle vesti di diva del cinema, oppure quello in cui Gassmann si riserva un autoironico cameo.
“Con lo scrittore di best-seller Maurizio De Giovanni, ho una collaborazione ormai lunga. Ho sempre pensato che l'opera teatrale di De Giovanni rivelasse forti radici e potenzialità cinematografiche-ha affermato Gassmann- L'abbiamo prima sperimentata a teatro, dove ci ha regalato emozioni indimenticabili e, ora, finalmente, diventa il mio terzo lungometraggio da regista. In questo film parliamo di famiglia, di cambiamenti inevitabili, del tempo che passa, e lo facciamo alla metà degli anni Sessanta a Napoli, a Posillipo, con una famiglia che dovrà affrontare una vita diversa da quella agiata vissuta fino a quel momento. Il silenzio grande è un film di luci e ombre, di silenzi e di esplosioni di esplosioni di parole, di risate, visioni, angosce, dove tutti parlano e nessuno veramente ascolta”.
Un bel film che forse risente un po’ della versione teatrale dalla quale è scaturito, ma senz’altro particolare per regia, ottimo cast, intensi dialoghi (sceneggiatura di Maurizio De Giovanni, Alessandro Gassmann, Andrea Ozza), fotografia (Mike Stern Sterzynski), musiche (Pivio e Aldo De Scalzi).
Ecco un’interessante intervista al regista (da HotCorn)