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21/11/24 ore

Corto Corner, rassegna di cortometraggi il 31 gennaio, a cura di Giovanni Lauricella, al Caffè Letterario di Roma



Martedì 31 gennaio 2023, a partire dalle 17.30, si terrà la proiezione di audiovisivi nell’abito della rassegna Corto Corner curata da Giovani Lauricella.

 

L’idea di fare questa piccola rassegna - scrive Lauricella - nasce dalla considerazione che molti buoni cortometraggi hanno vita breve. Durano il tempo necessario della presentazione a qualche premio e basta; manca tutta la parte promozionale per far incontrare il pubblico, compreso quello che frequenta le piattaforme mediatiche.

 

 Il contenuto dei cortometraggi è vario: si spazia da trame esistenziali a documentaristiche. 

 

Di seguito l’elenco dei partecipanti.

 

 

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Marco Solari e Alessandra Vanzi

 

Visioni simultanee

 

Titolo preso dal dipinto futurista Visioni Simultanee diUmberto Boccioni, risalente al 1911, custodito al Von Der Heydt Museum di Wuppertal. La rappresentazione fu fatta per il centenario della nascita di tale corrente artistica a piazza San Lorenzo in Lucina a Roma.

 

Il dipinto, esposto nella prima mostra futurista a Parigi del 1912, ricalca alcuni temi dell'opera La strada entra nella casa, pressoché contemporanea e oggi conservata ad Hannover. In entrambe le tele il personaggio meglio visibile è una donna, o affacciata ad un balcone o - come in questo caso - ritratta mentre si sporge da una finestra, rivolta verso la strada sottostante e gli edifici di fronte.

 

L'"azione" si svolge su piani sovrapposti, con lo scopo di mostrare nell'opera tutto ciò che sia visibile dalla finestra cui si affaccia la donna: gli edifici si curvano e si scompongono, le figure per la strada e la donna stessa.

 

Vediamo quindi nella ripresa filmica piani sovrapposti diVisioni Simultanee, con performance di un nutrito gruppo di artisti di teatro, danza, musica, video, arti visive, con la partecipazione di giovani allievi.

 

Uno spettacolo di 45 minuti basato sull’energia, sulla simultaneità, sulla sorpresa, utilizzando lo spazio di piazza San Lorenzo in Lucina per creare una macchina produttrice di parole, di gesti, di suoni, di colori. Una colonna sonora originale quadrifonica che dialoga con le percussioni.

 

In scena sette attori seduti alle loro macchine da scrivere, che di volta in volta si interrompono per recitare brani di autori futuristi. Irruzione di momenti coreografici nella piazza e sul palco. Un gruppo di giovani scenografi con oggetti scenici mobili che connotano lo spazio con parole, insegne, icone. La piazza che si arreda delle luci, delle ombre, delle frasi, dei colori del palco anche mediante proiezioni in grande formato sulle facciate dei palazzi. Gran finale di sculture di fuoco di Paolo Buggiani. Il lavoro è prettamente teatrale e la visione su uno schermo non restituisce lo stesso coinvolgimento che si può avere stando tra gli spettatori. Resta la testimonianza documentale di grande importanza di due registi che hanno fatto la storia del teatro d’avanguardia o post-avanguardia.

 

Progetto e regia Alessandra Vanzi e Marco Solari, selezione testi da autori futuristi ALESSANDRA VANZI e PATRIZIA BETTINI, sculture di fuoco PAOLO BUGGIANI, colonna sonora PAOLO MODUGNO, disegno luci LUCA STORARI, direzione percussioni MAURO D’ALESSANDRO, direzione coreografica SILVANA BARBARINI con PATRIZIA BETTINI - GUSTAVO FRIGERIO - ANDREA GHERPELLI CINZIA MASCOLI - FEDERICO PACIFICI MARCO SOLARI - ALESSANDRA VANZI, aiuto regia MARTIN CLAUSEN, collaborazione artistica PETER QUELL, fonico PAOLO MODUGNO, Assistenza alla scene CAROLINA FOTI e ONDINA SANTIN in collaborazione con CENTRO TEATRO ATENEO e con IED – Istituto Europeo di Design Corso di scenografia teatrale di Oscar Netto e Marco Solari.

 

 

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Werther Germondari      

 

Alighiero

 

Un uomo si perde in un meraviglioso bosco a tarda sera, uscendo per sbaglio dal suo solito sentiero. La ricerca della via del ritorno diventa per lui un'occasione emozionale breve ma molto intensa nella natura che lo circonda e in se stesso.

       

Realizzato in totale solitudine durante il secondo lockdown, il video è dedicato a Dante Alighieri, che di selve oscure se ne intendeva, nel 700° anniversario della morte, avvenuta nel 1321.

 

Un cortometraggio magistrale per semplicità scenica e per profondità e complessità di contenuto.  

 


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Roberto di Vito  

 

L’angelo

 

Una  notte, tra le strade deserte di una città moderna, un grosso camion si muove lentamente seguito da due uomini incappucciati.  Sono netturbini che lavorano di notte, puliscono le strade e raccolgono  spazzatura. Ma in quello che sembrerebbe il posto meno poetico e refrattario all’umanità, tra le discariche più sporche e umili uno di loro sta diventando un 'Angelo'.

 Breve dichiarazione del regista:- Con L’angelo vorrei raccontare una realistica favola metropolitana di solitudine. Una sorta di misera parabola dove il dolore di un uomo “abbandonato” e la pietas del netturbino fanno vivere un momento d’intensa umanità ai protagonisti. Noi tutti possiamo diventare angeli per qualcuno.

 

Inquadrature efficaci giocano  sul contrasto dell’ambientazione sgradevole e l’umanità dei personaggi offrendo intense sensazioni.

 

“L’angelo” ha ottenuto la qualifica d’interesse culturale nazionale dal Ministero dei Beni e le Attività  Culturali. Inoltre: 1 Premio al “Sonar Film Festival”;  04 Premio alla sceneggiatura al “Tellaro Festival”;  Roma Film Festival ; Menzioni speciali  a “Corti da Sogni” e “Urban Island”.

 

 

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Gaetano Amalfitano 

 

Roma Mamma Gatta

 

Il rapporto speciale tra la città di Roma e i gatti ha avuto origine nell’Urbe antica e nei secoli ha dato vita a una tradizione “gattara” che si perpetua oggi con leggi, strutture ed eccellenze, sorrette instancabilmente dal mondo del volontariato: dalle colonie feline più note al gattile dell’Azalea, all’Oasi Felina comunale di Porta Portese, al servizio di ProntoSoccorso della Muratella, al Regolamento Tutela Animali del comune di Roma, di cui una delle sue attiviste, Monica Cirinnà, ci racconta la genesi, mentre Edgar Meyer ne menziona l’importanza dopo averlo applicato nella provincia di Milano. 

 

E poi gattare speciali come Elena, la più nota catturatrice di Roma e dintorni con trappole che lei stessa costruisce. E come la giovane Samanta, dedita a curare gatti malati soprattutto di leucemia felina, che nel tempo è diventata un punto di riferimento per tutta Italia. E come Hannelore, un’anziana signora tedesca che viene dalla periferia per accudire i gatti della sua colonia al centro perché “la mia felicità è di far felice gli altri”.

 

Il tema di base si estende a considerazioni sulla città di Roma e sul gatto sia come animale in riferimento all’uomo che alle sue origini ancestrali, grazie al contributo dell’etologa Natoli, che ha approfondito lo studio dei gatti urbani.

 

Con il patrocinio dell’ENPA e dell’associazione GAIA Animali & Ambiente.

 

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Giulio Gargia 

 

Sirene

 

"Sirene” di Giulio Gargia narra la storia di un pescatore e di un’antica leggenda, che irrompono nell’apparente normalità di una coppia in crisi durante il giorno di Capodanno.

 

Molto interessanti sono le introspezioni psicologiche che danno risalto ai personaggi.

Il ruolo del protagonista nel panni di un visionario pescatore è affidato ad Alessandro D'Agostini.

 

 

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Gianfranco Tomei 

 

Sole nero

 

Un ragazzo si invaghisce di una bella cubista che lavora in discoteca. Su impulso della ragazza, andranno a rapinare piccoli bar di periferia, dando il via ad una relazione deviante e pericolosa. Gli esiti saranno imprevedibili. Storia di giovani di periferia, fra passioni brucianti e pericolosi colpi di testa, si rifà al cinema indipendente americano, ma anche a una nostra tradizione di cinema realistico e d'attualità ...

 

Attore del corto è Roberto Brunetti, detto“er Patata”, nell’ ultima sua apparizione. Questo famoso attore caratterista è scomparso da poco dopo una breve carriera; pochi mesi fa fu trovato morto nella sua abitazione a Trastevere. Una triste notizia che apparve su tutti i giornali.  

 

Nota:

Sole Nero e' un teaser trailer, o meglio un corto promozionale per un lungometraggio di più ampio respiro che l'autore, Tomei, sta preparando da qualche anno e per il quale sta cercando i finanziamenti. 

 

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Gianni Carbotti / Benjie Basili Morris

 

Diletti Medianici

 

È nota la divergenza di vedute tra Platone ed Aristotele sul valore dell’arte: se il primo, in ossequio alla sua concezione del mondo iperuranio, non vi vede che una copia della copia, Aristotele al contrario ritiene che l’arte sia una tendenza naturale dell’uomo che, essendo portato per questo alla rappresentazione della realtà che lo circonda, attua sì una forma di mimesi ma lo fa liberamente, in maniera disinteressata, traendone gratificazione e diletto.

 

Tale piacere appare come un fine di per sé all’artista, che gode della pura contemplazione della bellezza universale facendosene tramite, con un atteggiamento mistico in cui la sua stessa vita diventa opera d’arte quando si fa, come un veggente, strumento delle proprie allucinazioni e le mette a terra. L’arte è dunque medianica, non mediata: è il frutto di un abbandono estatico alla bellezza, unica cosa che conta e si ritrova in tutto, anche nelle manifestazioni più disturbanti o terrifiche (dall’eros prorompente e dionisiaco alla caducità delle cose e al macabro).

 

Il video, realizzato come parte integrante della mostra dallo stesso titolo, è quindi concepito come una raccolta di frammenti che evocano le antinomie di questo percorso che si può definire sé-mantico, basato sulla decostruzione e ricostruzione di mondi interiori, un “lavoro di donne e gioco di bambini” alla maniera alchemica che permette all’artista di annullare il confine tra operatore ed opera, viaggio e viaggiatore, raffinando le sue visioni e riportandole alla purezza originaria.

 

Le immagini del pittore che si muove tra le antiche sale affrescate della Villa Farnese a Caprarola o alterna nel proprio studio momenti creativi in cui dipinge a momenti di contemplazione in cui sembra dialogare con le sue opere - che spaziano da ampie tele baroccheggianti ad oggetti dalla forte valenza simbolica, da piccoli memento mori su legno disposti all’interno di campane di vetro ad una scultura che rimanda ai presepi napoletani del Settecento, evocando così l’atmosfera di antiche wunderkammern – svelano un universo crepuscolare e onirico, la cui incombente oscurità - spezzata però da fasci d’intensa luce - può forse sgomentare alcuni ma si propone come fine ultimo di emozionare e coinvolgere nel mondo interiore dell’artista tutti coloro che conservano intatta in sé una tensione genuina per il sublime.

 

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Alessandro D’Agostini    

 

 Soffocamento

 

Soffocamento, di Alessandro D’Agostini, documenta una manifestazione di protesta del Movimento Poeti d’Azione unica nel suo genere risalente al 1996 avvenuta di fronte al Centro TV Palatino di Mediaset di Roma. I poeti chiedono – megafono in pugno – maggiore spazio per la poesia e la cultura in TV. L’impatto emotivo del video è forte perché i poeti assediati dalle forze dell'ordine durante la manifestazione si scagliano contro il Moloch televisivo protestando in versi!

 

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Enzo Barchi 

 

La nuova visione

 

La nuova visione è il motto con cui Arthur Rimbaud esprimerebbe e riassumerebbe i suoi successi nella sua vita alla ricerca di una nuova definizione di coscienza, le sue disillusioni dopo aver preso consapevolezza della piccolezza dell'uomo, in seguito alle quali viaggerà come un vagabondo. - “Devi lasciare la tua casa e quando tornerai la casa non sarà più la stessa”.

 
Il "malessere" di Rimbaud viene dal suo vivere in una società occidentale, e dalle "paludi dell'Occidente" non si esce cambiando lingua o fingendo di vivere altrove, in un Oriente puramente mentale. Inutile sognare “amori mostruosi e universi fantastici, lamentandosi e disapprovando le apparenze del mondo”, inutile “inventare nuovi fiori, nuove stelle, nuove carni, nuove lingue”, illudersi di “poter acquisire poteri soprannaturali”. Forse un giorno sarà possibile "salutare la nascita del nuovo lavoro, la nuova saggezza, la fuga dei tiranni e dei demoni, la fine della superstizione".

 

Questo cortometraggio vorrebbe descrivere un probabile viaggio di Arthur Rimbaud a Roma nel 1877.

 

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Amala 

 

 Labor

 

Girato interamente in Navadwipdham , in India, il video ritrae momenti di vita lavorativa in West Bengal. Spiega l’autore  Amala: “-Ho voluto evidenziare il contrasto tra la realtà delle immagini e come invece essa viene raccontata alla radio ad esempio, in questo caso da un telecronista che descrive l'incontro del primo ministro Indiano con dei giovani ad evento pubblico.”   Il regista ha saputo cogliere molto bene la quotidianità della gente comune indiana, sorprenderà chi non è mai stato in questo complesso e grande continente sfatandone il mito.

 

 

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Giovanni Lauricella 

 

BUI-TONI

 

Un corto dalle molteplici sfaccettature, che compongono un tema “assurdo”, in linea con il teatro di Eugène Jonesco, reso però ancora più assurdo dalla presentazione in stile cartoon. BUI-TONI nasce da una predizione di Raffaele Bendandi (Faenza, 17 ottobre 1893 – Faenza, 3 novembre 1979) un astronomo profetico che con le sue teorie (strampalate) sui terremoti aveva predetto un grande terremoto a Roma, dovuto a un allineamento di pianeti, per l’11 maggio 2011.

 

Tale  predizione era diventata nel web quella della fine del mondo, prefigurando anticipatamente le fake news. Adunai per quel fatidico giorno un manipolo di artisti per farli esprimere giocosamente e felicemente sul tema della fine del mondo, nel cuore del centro storico di Roma, nel luogo conosciuto come piazza della Moretta le cui dispute sul parcheggio crearono un “terremoto” fisico e mediatico. Poiché questo nome non corrisponde alla toponomastica, la Moretta diventava un “non luogo”, come direbbe Marc Augé, ma anche “non luogo a procedere” per le false notizie divulgate. Quindi garanzia d’impunità che rischiava di creare performance volutamente disastrose, quale quella che vi ho realizzato.

 

La “trama” era data da alcuni input che mandavo agli artisti e da un comunicato stampa che annunciava l’evento.

 

Il titolo BUI-TONI indicava oltre alla minaccia del buio nel quale ci saremmo ritrovati dopo il terremoto anche la deriva consumistica echeggiata dal noto marchio. Infatti si vedeva un soggetto bendato, incapace di vedere e di capire, un manipolato, entrare in un supermercato dopo aver ricevuto input convincenti da un tazebao. Da qui altro significato nel significato. Nel comunicato stampa venivano riportati i contenuti dell’evento come se fossero state altrettante diciture degli ingredienti che hanno i prodotti alimentari.

 

Quindi: manipolati dalla scienza, dall’informazione o peggio dalle fake news, manipolati dal nocivo consumo dei prodotti alimentari. In questo contesto si raccolgono come spezzoni sociali in una dimensione situazionista  artisti e poeti; alcuni di loro sono veri, altri invece sono falsi artisti, che si cimentano per puro esibizionismo.

 

Ne nasce ovviamente un delirio all’insegna della menzogna, del falso, della patacca, del pacco, come quello dalla scienza, della deriva consumistica, della finta informazione. Un teatro degenere, che nemmeno è tale perché si svolge in una piazza inesistente, risultante dalla demolizione di una chiesa e infine da una voragine creata dalla costruzione di un parcheggio. Insomma tanta distruzione e desolazione e niente di vero, al punto che ho poi trasformato la versione recitata in quella stile cartone animato; perciò della performance esistono due versioni.

 

Non aggiungo altro per non creare ulteriore confusione; la cosa simpatica è che in una città vuota per la paura della fine del mondo tutti noi, io alle riprese e i miei amici, ci siamo tanto divertiti e abbiamo trasformato un brutto giorno in una scanzonata ammucchiata.

 

 Nota:

Di BUI-TONI sono state fatte anche alcune edizioni successive sotto diversi titoli e con diversi artisti.

 

 

 


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