Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

11/11/24 ore

Houria, la voce della libertà, di Mounia Meddour. Il tema della condizione femminile


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022 e poi inserito nel programma della 19a edizione di Biografilm Festival tenutosi a Bologna dal 9 al 19 giugno, Houria, la voce della libertà, il nuovo film della regista di “Non conosci Papicha, Mounia Meddour, torna a parlare della condizione femminile in Algeria, Paese ancora dominato da una cultura maschilista e patriarcale.

 

Il film racconta la storia di una giovane ballerina di Algeri, Houria (Lyna Khoudri), che dedica la sua vita alla danza, seguita dalla madre, insegnante e ballerina rimasta presto vedova.

 

Vittima di una terribile aggressione da parte di un ex terrorista appena rilasciato dal carcere, Houria, per il trauma subito perde la facoltà di parlare e non potrà più danzare.

 

Viene quindi sottoposta a riabilitazione psicofisica in un centro dove incontra un gruppo di donne che hanno subìto terribili traumi come lei e con il loro supporto riuscirà a rimettersi pian piano in piedi. Houria troverà la forza di tornare alla vita proprio attraverso la danza e troverà il modo di lanciare un coinvolgente grido di libertà che va diritto al cuore. 

 

Il mutismo di Houria, come afferma la regista, “è il simbolo di tutte quelle donne che sono state messe a tacere, che sono state cacciate, licenziate, soffocate, umiliate e ridotte al silenzio. Houria simboleggia tutti coloro che non hanno una voce (…) è un'eroina resa grandiosa dalla sua perseveranza, come l’Algeria che è ferita ma ancora in piedi”. Un film toccante, doloroso, ma anche pieno di speranza, poiché la vera forza di Houria è la sua capacità di rinascere.

 

In questo film Meddour disegna una realtà femminile corale, in cui non solo Houria, ma anche sua madre Sabrina, costretta a lottare da sola dopo l’uccisione di suo marito, Sonia, l’amica del cuore, le donne del centro di riabilitazione, tutte benché provate da drammi interiori riescono a  superarli con il coraggio e la voglia di vivere.

 

Un film coinvolgente, supportato da un buon cast di interpreti quali Lyna Khoudri, Rachida Brakni, Nadia Kaci, Amira Hilda Douaouda, Salim Kissari. Notevoli fotografia di Léo Lefèvre, montaggio di Damien Keyeux, musiche di Maxence Dussère, Yasmine Meddour.

 

Mounia Meddour, nata nel 1978 a Mosca da padre algerino e madre russa, vive in Francia dall’età di 18 anni. Tra le sue opere ricordiamo una serie di documentari seguiti poi nel 2018 dal film  Non conosci Papicha, presentato a Cannes nel 2019 e  premiato con il César 2020 come miglior opera prima. 

 

Ecco il trailer ufficiale del film (da MyMovies)

 

 


Aggiungi commento