Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

26/12/24 ore

‘Un Tè per due Regine’: dialogo di amore e odio tra Caterina Casini (Peggy Guggenheim) e Marilù Prati (Palma Bucarelli)



di Giulia Anzani

 

Per la prima volta, in una piovosa sera di settembre che trascina con sé il clima autunnale, entro nel teatro Quirino. Costruito nel 1871 per volontà del principe Maffeo Sciarra, il bel teatro si trova a ridosso del colle Quirinale e, con il suo ingresso maestoso e l’atmosfera d’altri tempi, per tre sere ospita lo spettacolo Un Tè per due Regine, regia di Francesco Suriano.

 

Sul palco c’è un’immagine sospesa nel vuoto, composta da una struttura minimal: alcune sedie di velluto, un tavolino e una teiera che, incessantemente, fuma. Una scena immobile che attende le due regine della serata: Peggy Guggenheim interpretata da Caterina Casini e Palma Bucarelli interpretata da Marilù Prati.

 

All’improvviso, nel teatro, è il 1948, quando Peggy e Palma s’incontrano alla Biennale di Venezia, la prima organizzata da dopo la fine della seconda guerra mondiale. Davanti agli occhi del pubblico, si prepara un intenso incontro-scontro tra due personalità del secolo scorso, vissute “fra amori, odi, passioni, combattimenti”, in continui flashback e flashforward sulla linea temporale della loro stessa vita. Peggy, con il suo sguardo fiero e mai pavido; Palma, in piena adorazione, elegante e formale come tutti la ricordano.

 

Caterina Casini e Marilù Prati, già insieme nel laboratorio“Palma e Peggy” al Macro Asilo sulle due donne nel febbraio 2019, questa sera interpretano magistralmente i loro rispettivi ruoli, diventando loro stesse Peggy e Palma.

 

E così il racconto prende forma: con le loro parole, con il loro dialogo alternato al monologo interno che le protagoniste hanno nell’intensa e divertente ora di spettacolo. Parlano della loro vita, dei loro amori e di quanto questi siano intrinsecamente collegati al loro modo d’essere e di gestire l’arte. Parlano anche del loro controverso rapporto di donne ed esperte d’arte, in contrasto ma inevitabilmente connesso dalla loro comune passione.

 

Nel corso dello spettacolo, sullo sfondo scorrono proiezioni di fotografie delle dimore-musei delle due donne: la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Palma e Palazzo Venier dei Leoni, oggi Collezione Peggy Guggenheim.

 


 

Autodidatta e grande viveur, tra le frequentazioni di Peggy - citate anche nello spettacolo - si annoverano Max Ernst, Samuel Beckett e Marcel Duchamp. Collezionista d’arte e mecenate, Peggy Guggenheim fu figlia di Benjamin Guggenheim, tragicamente morto nell’aprile del 1912 nel naufragio del Titanic, e nipote di Solomon R. Guggenheim, creatore dell’omonima fondazione e proprietario del Guggenheim Museumdi New York.

 

Palma Bucarelli, dal conto suo, è stata critica d’arte, storica dell’arte e museologa. Frequentò il liceo Visconti di Roma e si laureò in Lettere a La Sapienza, compagna di studi di Giulio Carlo Argan insieme al quale superò il concorso del 1933 al Ministero dell’educazione nazionale come ispettore alle Antichità e alle Belle arti. Ha donato alla GNAM - anche questa citata nello spettacolo, e pronunciata comicamente da Peggy, per via del suo accento statunitense - i suoi dipinti e il suo guardaroba, noto per essere particolarmente elegante. 

 

Uno spettacolo di un’ora scarsa, ma tanto breve quanto intenso, che mi ha permesso di comprendere appieno e conoscere meglio due personalità del ventesimo secolo, forti e, per di più, femminili: elemento da sottolineare, dato il periodo storico che stiamo vivendo, di piena autodeterminazione della donna, iniziato ormai un secolo fa, anche grazie a donne come Peggy e Palma.

 

Come viene detto ad un certo punto dello spettacolo, “tutto diventava simbolo e strumento di un potere femminile”, e questo è oggi un concetto fondamentale nell’arte e soprattutto nella vita quotidiana.

 


 

- ‘Un Tè per due Regine’ al Teatro Quirino con Caterina Casini e Marilù Prati regia di Francesco Suriano

 

 


Aggiungi commento