Sosteneva di essere un “profeta dell'Islam” e un tribunale speciale del Pakistan lo ha condannato a morte per blasfemia. E' quanto successo a Mohammad Asghar, 65enne britannico di origini pakistane, residente ad Edimburgo.
L'uomo, arrestato nel 2010, secondo i suoi legali soffrirebbe di una patologia schizofrenica e paraonica: per questo motivo era stato chiesto al trinuale di riesaminare la decisione per ragioni umanitarie. La Corte avrebbe in un primo momento respinto la richiesta ma il governo di Islamabad, tramite l'ambasciata a Londra, ha ora assicurato di “stare investigando il caso”, probabilmente dopo lo sdegno internazionale per la sentenza.
La pena capitale potrebbe essere dunque annullata, nonostante i familiari di Asghar siano convinti che il loro congiunto “morirà in prigione”: “Ha già tentato il suicidio – hanno spiegato – Vogliamo soltanto portarlo a casa dove si spera possa essere curato per la sua malattia mentale”.