Con la grana dell’ex ministro Guidi, Matteo Renzi ha colto l’occasione per proseguire la sua mirabile narrazione sulle cose che cambiano rispetto al passato.
Nella fattispecie l’istituto delle dimissioni quando si sbaglia sarebbe diventato elemento di specificità da sottolineare come valore aggiunto di questa stagione renziana, ma anche un pretesto per spostare il tiro e provare a liquidare una vicenda spinosa che per altri versi offre molti spunti di riflessione: dall’opportunità politica di dimettersi, all’inopportunità politica di nominare ministri in palese conflitto d’interessi; dalla tempistica di certe inchieste giudiziarie, corredate dalla consueta diffusione delle intercettazioni telefoniche, alla funzione sterile di un’opposizione che si serve del rito della mozione di sfiducia fine a se stessa, giusto per perpetuare propaganda e campagna elettorale con altri mezzi.
Il tutto in un quadro generale nel quale emergono tutti i limiti e le controindicazioni della “democrazia del leader” portata avanti dal Presidente del Consiglio.
Ne discute Giuseppe Rippa, con Antonio Marulo, in questo nuovo numero di Maledetta Politica.
- Maledetta Politica - Caso Guidi, un conflitto tira l’altro (Agenzia Radicale Video)