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26/12/24 ore

Il femminicidio e la regola dell’emergenza


  • Florence Ursino

“Puttana Eva”. Probabilmente, semplificando all’estremo, il problema sta tutto lì. In fondo, è tutta colpa sua. Troppo intelligente, troppo curiosa, troppo irresistibile, troppo peccatrice: Adamo non ha avuto scampo. Povero, ingenuo Adamo. E la vendetta, da quel momento, è diventata infinita. Un lungo banchetto di piatti freddi. Quella vendetta, oggi, di biblico pare avere anche il nome, oltre che l’origine: femminicidio.

 

L’omicidio di donne da parte di mariti, ex mariti, amanti, fidanzati, novelli Adami che amano e odiano e uccidono è entrato di prepotenza nella cronaca quotidiana. Il caso sporadico è diventato contagio e conteggio. I nomi di giovani mogli, madri, conviventi, compagne si rincorrono senza sosta sui giornali, coronati dalle oramai comuni parole ‘pestaggio’, ‘botte’, ‘massacrata’, ‘pugnalata’ o da altre meno abituali come ‘sfigurata’ o ‘acido’.

 

Dal Nord al Sud della Penisola, un conflitto di genere degenerato e incontrollabile pare aver permeato la società, raggiungendo i toni accesi e brillanti dell’emergenza: ogni giorno, in Italia, un uomo si alza e sa che potrà arrogarsi il diritto di decidere della vita di una donna; ogni giorno, in Italia, una donna si alza e rivendica la sua libertà, con qualsiasi mezzo, attirandosi l’ira funesta del suo Orlando.

 

Ma le leggi della natura, quelle che governano gazzelle e leoni, non sono allo stesso modo applicabili all’animale sociale più evoluto, e la prospettiva allarmistica con cui i media e le istituzioni guardano a un quadro sicuramente inquietante, ha assunto un’angolazione troppo generalizzante.

 

Dire insomma che il maschio ha un primitivo bisogno di controllare, possedere, la sua femmina e per questo, alla fine, l’ammazza è pressoché uguale al dire che la femmina fa della provocazione e della spudoratezza le armi per smarcarsi dal suo ‘carceriere’. La sempreverde lotta tra i sessi diventa così terreno fertile per i semi di un’ideologia falsata, mistificante e, purtroppo, infruttuosa.

 

I titoloni in prima pagina e i riflessi condizionati ad essi legati, le task force e le misure urgenti di certo non contribuiranno alla risoluzione di un problema che, è evidente, è profondamente culturale. Non epidemico, ma endemico....

 

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- Quaderni Radicali 109 presentato alla stampa di Silvio Pergameno


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