Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

21/11/24 ore

Eppur si muove: dissenso nonviolento a Gaza



Di questi tempi ormai nessuno può permettersi di dormire sonni tranquilli, specie se si fa parte di una feroce dittatura araba o, peggio ancora, del fondamentalismo islamico. Lo hanno ben sperimentato, soprattutto recentemente, i vari Assad, Mubarak, Morsie in passato tanti altri.

 

Ora anche nella Gaza “dove non si muove foglia che Hamas (movimento terroristico riconosciuto tale perfino dall'Unione Europea) non voglia”, dove dal 2007 vige un regime sempre più oppressivo e violento e dove si è già verificata un'intrafada (lotta interna durante la quale i membri di Hamas hanno massacrato e cacciato via i rivali di Fatah), pare si stia diffondendo il dissenso pubblico nonviolento. Per il momento.

 

Tamarod, il cui significato è ribellione, è il Movimento che in Egitto ha giocato un ruolo fondamentale nella destituzione del governo Morsi. Il successo avuto nel Paese vicino sembra stia contagiando adesso anche i giovani gazawi che hanno annunciato, in un video lanciato lunedì scorso, una grande manifestazione per l'11 novembre con l'obiettivo di cacciare il governo di Hamas, accusato di essere corrotto moralmente e finanziariamente.

 

Nella registrazione compaiono quattro ragazzi incappucciati che incitano la popolazione della Striscia a scendere in strada. Uno solo legge un testo e afferma che intende affrontare Hamas a “torso nudo”, senza brandire armi, definendo Hamas “una banda di gangsters medievali dediti alla tortura, al sabotaggio, al contrabbando, che hanno imposto la legge islamica su molti aspetti della vita di Gaza, opprimendo la popolazione in nome della religione, e che hanno dato il via allo spargimento di sangue”. “A differenza vostra, noi non usiamo armi contro i nostri fratelli. A differenza vostra, non uccidiamo bambini, anziani, donne e giovani. A differenza vostra non distruggiamo moschee.”

 

E ancora: “Repressione e tirannia hanno raggiunto il loro apice e noi non possiamo rimanere in silenzio. È arrivata l'ora di rifiutare la morte sotto l'Hamas security club”. Nonostante l'intensità e la forza di queste (seppur veritiere) accuse non c'è tuttavia da illudersi che sia un movimento laico che auspichi una convivenza pacifica con i propri vicini. Il comunicato, infatti prosegue:

 

“Non vi chiederemo di andare via perché voi siete parte di noi. Ma non governerete dopo l'11 Novembre (anniversario della morte di Yasser Arafat), anche se voi ci sterminerete. Tutte le nostre opzioni sono aperte, ad eccezione dell'uso delle armi. Noi siamo differenti da voi”. Conclude affermando che il Hamas di oggi non è lo stesso concepito dal suo fondatore Sheikh Ahmed Yassin. e che lo scopo dei membri di Tamarod è quello di riportare Hamas sulla retta via.

 

Nonostante il nuovo gruppo affermi di aver incluso nelle sue file persone di tutti “i colori e affiliazioni”, i leader di Hamas hanno accusato i loro rivali di Fatah di istigare una campagna contro di loro.

 

Fonti di Gaza affermano che forze della sicurezza di Hamas hanno arrestato due palestinesi residenti nel sud della Striscia sospettati di voler abbattere il governo. L'organizzazione al potere ha anche preventivamente imposto il divieto di spostamento ai leader di Fatah e rifiutato l'offerta, da parte di quest'ultima, di tenere elezioni per il rinnovo delle cariche in tutti i territori governati dai due movimenti.

 

Elena Lattes

 

 


Aggiungi commento