Allo scopo di portare ordine nel mondo degli appalti pubblici e di impedire i fenomeni di corruzione l’art.4 della legge 104/1994, nota come legge Merloni, aveva istituito l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
E' composta da sette membri, nominati d'intesa dai presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, scelti tra personalità operanti in settori tecnici, economici e giuridici con riconosciuta professionalità.
Il compito era quello di vigilare sull'osservanza delle norme del Codice nonché sulla regolarità delle gare sui contratti pubblici e di accertare che non vi sia danno al pubblico erario.
Al fine di realizzare i suoi compiti istituzionali l'Autorità dispone di penetranti poteri:
a) può richiedere alle stazioni appaltanti, alle imprese, ad ogni pubblica amministrazione e ad ogni ente, anche regionale, operatore economico o persona fisica che ne sia in possesso, qualunque tipo di documento, informazioni e chiarimenti relativamente ai lavori, servizi e forniture pubblici, in corso o da iniziare;
b) può disporre
ispezioni, anche su richiesta motivata di chiunque ne abbia interesse, avvalendosi, eventualmente, anche della collaborazione di ogni organo dello Stato;
c) ha a sua disposizione il Corpo della Guardia di finanza.
In occasione degli scandali dell’Expo di Milano e del Mose di Venezia si è subito invocato una legge speciale contro la corruzione e si è nominato un magistrato come garante ma a nessuno è venuto in mente di chiedere conto e ragione di questi scandali ai componenti l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici.
Gerardo Mazziotti