Seguendo la campagna elettorale ed osservando – con molta difficoltà – i confusionari dibattiti televisivi tra i vari candidati, l’impressione che emerge con assoluta evidenza è quella di una competizione fondata su un profondo approccio antipolitico, nella sua tradizionale declinazione antipartitica. di Ermes Antonucci
Le dimissioni del pontefice regnante rappresentano senza dubbio un fatto di grande rilievo nella storia della Chiesa, anche se il diritto canonico prevede la possibilità che il Papa lasci il trono, mentre l’esistenza di veri precedenti è almeno assai dubbia. di Silvio Pergameno
Nelle ultime settimane si è fatta complicata la vita di Eni e di Finmeccanica. Due inchieste per corruzione internazionale hanno messo i vertici aziendali nei guai. La situazione però non può essere trattata alla stessa stregua di tante altre di ordinario malaffare seguendo logiche di beghe interne. In gioco non ci sono solo la carriera e la libertà personale di qualche manager in odore di tangenti, ci sono anche il destino e le fette di mercato di due aziende che fanno gola a tanti avvoltoi d’oltreconfine, pronti a lanciarsi sugli animali feriti. di Antonio Marulo
La scenografia è miseramente la stessa. Il centrodestra gioca la disperata carta Berlusconi che, oramai prossimo alla pensione dopo un ventennio di disastri come uomo di governo, si è trovato di nuovo al centro della squallida geografia politica italiana, non solo con i suoi mezzi economici e le sue smargiassate, ma grazie alle sprovvedutezze di una sinistra subalterna e ripetitiva nei suoi errori. di Giuseppe Rippa
Nel suo intervento sul sito «The Front Page», Claudio Velardi ha evidenziato come il PD sia passato dal voto utile al voto necessario, ricorrendo ancora una volta all’armamentario dell’anti-berlusconismo per imprimere il segno decisivo a una campagna elettorale giocata di rimessa. di Luigi O. Rintallo
“Secondo me il voto utile, là dove non c’è la lista “Amnistia Giustizia e Libertà”, è l’M5S, segnatevelo”. A dare questo consiglio è stato il senatore radicale Marco Perduca, dalla propria pagina Facebook. Il movimento di Grillo, secondo Perduca, rappresenterebbe la naturale alternativa alla lista radicale nei territori in cui questa non è riuscita a raccogliere il numero sufficiente di firme e quindi a presentarsi alle elezioni. di Ermes Antonucci
Nominato Cavaliere del lavoro per meriti industriali il 15 novembre 1938 (anno di leggi razziali in Italia) l'armatore sorrentino Achille Lauro è stato forse il primo politico delle "proposte shock": consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, amico intimo di Galeazzo Ciano e presidente del Napoli calcio, nel secondo dopoguerra Lauro si è gettato a capofitto nel mondo della politica per risollevare le sorti di un paese, l'Italia, all'epoca povero e disgraziato sotto la minaccia comunista proveniente dall'est. di Andrea Spinelli Barrile
All’inizio la sensazione era quella di trovarsi di fronte alla letterina di una bambina di otto anni indirizzata a Babbo Natale. Poi si è scoperto che si trattava dei “dieci impegni per fare pace col mondo” di Rivoluzione Civile, in poche parole la politica estera che verrebbe realizzata da Antonio Ingroia nel caso diventasse premier. E così la curiosità ha lasciato il posto ad un profondo senso di sconforto. di Ermes Antonucci
“Il Pd non c’entra un tubo di niente. Il Pd fa il Pd, le banche fanno le banche”. Queste le parole di Pierluigi Bersani per arginare sul nascere il ciclone Montepaschi abbattutosi nel bel mezzo della campagna elettorale: una brutta storia di prodotti finanziari derivati, di investimenti sbagliati, di bilanci falsati e di documenti nascosti, sotto il controllo allegro degli organi preposti, Banca d’Italia in testa. di Antonio Marulo
Contrariamente a quanto sostiene Pierluigi Bersani, l’ex premier Monti non va criticato perché “guarda dall’alto” il Paese e peccherebbe quindi di astrazione o velleitarismo. Tutt’altro che astratto, il professore ha dimostrato piuttosto di essere parte integrante della società delle conseguenze (più volte richiamata da Quaderni Radicali e Agenzia Radicale) nella quale si dibatte da svariati decenni l’Italia, condannata a un’oggettiva irriformabilità. di Luigi O. Rintallo
Di certo anche in funzione “anti-Merkel”, l’affondo dell’editoriale di Wolfgang Munchau sul Financial Times intitolato 'Perché Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia'. Tesi di fondo: l’esecutivo tecnico da lui presieduto “ha promesso riforme e ha finito per aumentare le tasse”, contribuendo ulteriormente a deprimere il Paese e le sue dinamiche economiche e sociali. di Danilo Di Matteo