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24/11/24 ore

Ebola, pronti per il soccorso...



Alla fine l’emergenza Ebola sta diventando davvero tale e dopo mesi di titubanza è scattata la mobilitazione internazionale per scongiurare il disastro. Se non si pone rimedio, dicono dagli USA, i morti per la terribile malattia in Africa potrebbero superare il milione in pochi mesi. E nel resto del mondo? Non c’è pericolo, si ripete come un mantra, forse per non creare paure e psicosi fra la popolazione.

 

Intanto, i militari dell’aeronautica italiana stanno organizzando corsi e addestramenti straordinari per gli operatori delle diverse amministrazioni dello stato che potrebbero essere investiti nel caso precipiti la situazione. In questo siamo all’avanguardia, grazie a un impegno e in un investimento di risorse che dura da anni e che oggi potrebbe tornare molto utile con l’utilizzo di un brevetto inglese: una particolare barella per il trasporto dei malati.

 

Per illustrare con una simulazione e spiegare le operazioni di soccorso, i militari hanno ieri convocato in media in pompa magna nella base di Pratica di Mare a Roma alla presenza del ministro della Difesa. L’intenzione era probabilmente quella di fornire rassicurazioni sul fatto che in casi di emergenza si può contare sul buon lavoro che si sta facendo in collaborazione con l’ospedale Spallanzani di Roma. Tuttavia, qualcuno ha potuto – volendo - scorgere qualche motivo di preoccupazione, perché in genere quando i militari si mobilitano qualcosa di grosso bolle in pentola.

 

In questo caso, comunque tutti preferiscono andare con i piedi di piombo. Nel corso della conferenza stampa è stata infatti confermata l’assenza di pericoli per un contagio fuori dall’Africa. Il professor Ippoliti dello Spallanzani ha dato quasi certezze in tal senso, perché ci sarebbe modo di intervenire anche grazie al fatto che chi è colpito dal virus sarebbe infettivo solo quando la malattia è conclamata con sintomi certi ed evidenti, mentre nessun timore dovrebbe esserci nel periodo di incubazione che dura circa 3 settimane.

 

Il condizionale è d’obbligo, anche perché a Pratica di mare tra gli ufficiali medici dell’aeronautica non tutti erano dello stesso avviso e non ne hanno fatto mistero, pur se non in dichiarazioni ufficiali urbi et orbi. (A.M.)

 

 


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