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27/12/24 ore

Lo sviluppo del sistema V.O.D. in Italia


  • Stefano Delle Cave

Recentemente la nuova piattaforma digitale Redbox-Verizon, l'unica in grado di tenere testa a Netflix sul mercato americano, ha ottenuto con nuovi accordi, i film Paramount ed MGM garantendo un ampia distribuzione cinematografica mediante video on demand.

 

Il mercato del V.O.D (Video on demand) però non si sta allargando solo in America ma anche nel vecchio continente ed in particolare in Italia  come dimostra il caso Chili, un portale online all’inizio collegato all’offerta di broadband di Fastweb, per poi sganciarsi nel 2012  da questo modello trasformandosi  in una vera e propria  videoteca online dove noleggiare o acquistare film attingendo ad un gran numero di titoli.

 

“Si possono vedere film attraverso tanti device, perché non abbiamo un dispositivo proprietario. Gli utenti possono usare tutti quelli che hanno a casa, dal computer al Mac, piuttosto che la smart tv” - riferisce  Giorgio Tacchia, l' amministratore delegato di Chili - “… La nostra applicazione è presente praticamente su tutte le tv connesse in Rete tranne Sony, su cui stiamo lavorando, inoltre si può trovare sui lettori Blu-ray di nuova generazione, su tutti gli smartphone e i tablet, sia Apple che Android”.

 

Il numero dei film proposti da questa nuova rete è di circa 1500 cioè più del doppio dell'offerta di Blockbuster di un anno fa che constava di 600 titoli. Il noleggio avviene a partire da 2,95 euro e arriva a 4,95 euro oppure 5,95 per alcuni casi particolari, con  un ricavo previsto nel 2016 di 30 milioni di euro nonostante non sia presente un servizio di SVOD (Subscription Video on demand).

 

“Non crediamo ci sia spazio per un’offerta SVOD perché c’è Sky che è molto forte e ha un servizio di ottima qualità, con un prezzo di un certo livello. C’è Mediaset Premium che ha un servizio comunque molto ricco a un costo più basso ed entrambe hanno il calcio, che noi non avremmo” - continua Giorgio Tacchia - “Poi ci sono Cubovision e altri servizi di SVOD, mentre noi vogliamo prendere una parte di mercato che non ha questa caratteristica e non la vuole avere”.  

 

Un mercato fatto da utenti che non possono permettersi l'abbonamento alla pay-tv  e che non rinuncerebbero mai ad un film in prima visione per soli 3 euro.

 


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