Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/11/24 ore

La crisi della Festa del cinema di Roma e di tutto il patrimonio culturale


  • Stefano Delle Cave

Molto probabilmente dati i debiti accumulati e  la mancanza di finanziamenti la nuova edizione del festival del cinema di Roma non si terrà o ci sarà in forma ridotta. I circa 6 milioni e mezzo che dovevano arrivare dalle istituzioni, 3 milioni dal Comune, 2 milioni dalla Regione ed un milione e mezzo dalla Provincia, non sono arrivati.

 

Dunque, per la situazione critica venuta fuori  il primo Marzo dal cda della Fondazione, il gruppo che guida la rassegna, che non ha approvato né il bilancio consuntivo 2012 né il preventivo 2013, ha dovuto prendere atto che il la vicenda non è affatto migliorata,  rendendo vano ogni sforzo fatto dal direttore  Marco Muller per cercare di trovare consensi oltreoceano.

 

Si pensa che a breve ci sarà un cambio di rotta e che Muller  sia sostituito da Goffredo Bettini, ideatore del festival assieme a Walter Veltroni, con l'intento  di salvare la manifestazione  riproponendola in modo  low-cost.

 

Nonostante però questo estremo tentativo di preservare questo evento culturale che sta “crollando (e sul quale si potrebbero esprimere non pochi dubbi), resta tuttavia lo sgomento per l'immobilismo del Mibac (il Ministero per i Beni e le Attività Culturali), che ha bloccato i fondi per il Festival  a causa dei sopradetti debiti derivati da un evento che ogni anno costa 12 milioni di euro. Cosa intenda fare di fronte a questoi stato di cose non è dato di sapere. Resta un immobilismo reso ancora più evidente anche in altri ambiti, si pensi ai furti di opere d'arte all'interno delle chiese, opere che non risultano nemmeno censite e dove si pensa di risolvere il problema con un manuale.

 

La situazione di precarietà che riguarda il festival potrebbe colpire anche il MAXI, il museo di arte moderna della città di Roma. Siamo di fronte ad una realtà culturale che si sgretola, sia pure in un contesto non omogeneo di fatti che finiscono comunque per rendere evidente che il Paese va sempre più verso una sostanziale ingovernabilità.

 

 


Aggiungi commento