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25/12/24 ore

Lorenza Mazzetti, il 'Diario londinese' del Free Cinema



Londra, East End, due portuali sordomuti perseguitati da uno sciame di ragazzini che loro non riescono a sentire, la desolazione del lungofiume, la distruzione che la guerra ha provocato, la solitudine, la completa estraneità di due esistenze. Una non-storia visiva di 52 minuti, 'Together', senza attori professionisti, che fa della libertà espressiva e narrativa la parola d'ordine.

 

A raccontara, nel 1956, è Lorenza Mazzetti, fondatrice, assieme a Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson, del 'Free Cinema' inglese. Una corrente cinematografica alternativa, una 'onda nuova' in salsa british, nata con l'intenzione dichiarata di rappresentare la vita con fervore, con amore: obiettivo principale del movimento è infatti quello di rifiutarsi di produrre opere autocontemplative, ben scritte, imperniate sulla tecnina e lo studio.

 

Il cinema, sostengono i fondatori del movimento, deve essere libero, personale, audace, insolito. Deve contestare (e la mente corre al contemporaneo Ken Loach), rivendicando quella poesia e quell'attenzione per la vita vera del Paese che le produzioni classiche preferiscono dimenticare. Una corrente artistica, quella nata in Gran Bretagna, 'ribelle' ed estremamente fertile, a cui la Casa del Cinema di Roma dedica la sua programmazione da giovedì 13 a domenica 16 marzo.

 

La serata inaugurale, ovviamente, è stata dedicata all'italiana del gruppo, Lorenza Mazzetti, e al suo ultimo libro, 'Diario Londinese' (Sellerio Editore). Pagine in cui l'autrice racconta le persone, i giorni che portarono infine alla nascita del movimento e tutto quello che successe intorno alla preparazione del suo film 'Together', considerato uno dei primi e principali documenti del Free Cinema.

 

Prima di questo film-documentario vi è stata, proiettato dopo la presentazione del libro, la visione di 'K', film dedicato alla 'Metamorfosi' di Kafka, realizzato nella più assoluta libertà di pensiero e azione, esempio lampante di un cinema sradicato dalle convenzioni, culla delle anomalie, dell'immaginazione sfrenata, di quella tendenza alla libertà di immagini e suono che caratterizzarono le nouvelle vagues europee degli anni sessanta. (F.U.)

 

 


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