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26/12/24 ore

27.mo Alpe Adria Film Festival: Trieste capitale Internazionale del Cinema Est-Europeo



Rimasto una specie di Universo Parallelo (quanto meno nel sentire comune), l’Est Europa prosegue la sua costante rifondazione identitaria, da post-sovietico a tardo globalistico, interrogandosi e  considerandoci con indifferente perplessità. La sua cinematografia (e identità), assai meno altra di quello che da Ovest ci si ostina a considerarla, può essere pertanto di grande interesse e stimolo a una riconsiderazione di cosa chiamiamo eurocentrismo. di Vincenzo Basile

di Vincenzo Basile

 

Rimasto una specie di Universo Parallelo (quanto meno nel sentire comune), l’Est Europa prosegue la sua costante rifondazione identitaria, da post-sovietico a tardo globalistico, interrogandosi e  considerandoci con indifferente perplessità. La sua cinematografia (e identità), assai meno altra di quello che da Ovest ci si ostina a considerarla, può essere pertanto di grande interesse e stimolo a una riconsiderazione di cosa chiamiamo eurocentrismo.

 

Oltre al Ceco Karlovy Vary FF , il TRIESTE FILM FESTIVAL, rimane il più importante appuntamento con il cinema dell'Europa centro-orientale, e si svolgerà dal 22 al 30 gennaio, nella sua 27.ma edizione.

 

Ospite d’onore di questa edizione L'attrice francese IRÈNE JACOB che accompagnerà l’omaggio a Krzysztof Kieślowski, nel ventesimo anniversario della sua scomparsa. Saranno mostrati i dieci capitoli del Decalogo e i due film che la Jacob girò con lui: La doppia vita di Veronica, premiato per la migliore interpretazione femminile al Festival di  Cannes e  Tre colori – Film Rosso, candidato nel 1995 a tre premi Oscar (regia, sceneggiatura e fotografia).

 

Ad aprire il festival sarà, fuori concorso, SOLE ALTO di Dalibor Matanić, una delle rivelazioni dell’ultimo Festival di Cannes (Prix du Jury nella sezione “Un Certain Regard”), che rappresenterà la  Croazia nella corsa all'Oscar per il miglior film straniero. Un inno alla vita che racconta l’amore fra un giovane croato e una giovane serba che il regista Matanić moltiplica per tre: stessi attori (Tihana Lazović e Goran Marković) ma coppie e storie diverse dentro il cuore avvelenato di due villaggi balcanici.

 

La chiusura sarà invece affidata a Otar Iosseliani , fuori concorso con il suo CHANT D’HIVER in cui il maestro georgiano ha inserito “tutte quelle sciocchezze che m’incantano: l'ottimismo dei ricchi che sprecano la loro vita in così tanti inganni, pur di mantenere un patetico patrimonio... e il sogno di diventare ricchi dei poveri, che se avranno la sfortuna di riuscirci saranno condannati alla stessa infelicità di coloro che adesso invidiano”. Caotico e affascinante è un film sull’amore, l’amicizia e la speranza in un domani migliore. Arricchito da un cast eclettico nel quale spiccano Rufus e Mathieu Amalric ma anche il regista Tony Gatlif.

 

 

Tra le opere del Concorso internazionale lungometraggi: Il nuovo film della lettone Laila Pakalnina che in AUSMA (L’alba), rifacendosi al passato sovietico, echeggia la storia del piccolo Janis (il “giovane pioniere”  Pavlik Trofimovič Morozov), protagonista della propaganda stalinista negli anni ’30; Oleg Novković con OTADZBINA (Patria) firma la seconda parte di una trilogia dedicata alla cosiddetta “generazione perduta” della ex-Jugoslavia. Esordiente nel “lungometraggio di finzione”, ma ben noto per il suo passato di direttore della fotografia e documentarista, il polacco Marcin Koszałka presenta CZERWONY PAJĄK (Il ragno rosso), inquietante storia vera di un serial killer nella Cracovia degli anni ’60.

 

SUBIRACH NA TRUPOVE (Il collezionista di cadaveri) che dimostra una volta di più la vitalità del giovane cinema bulgaro; la lituana Alanté Kavaïté, premiata come migliore regista allo scorso Sundance Film Festival per SANGAILĖ (L’estate di Sangaile), storia d’amore tutta al femminile tra una diciassettenne affascinata dagli aerei acrobatici (ma terrorizzata dall’altezza) e una coetanea che non ha paura di nulla.

 

L’ungherese Lili Horváth, che in A SZERDAI GYEREK (Il bambino del mercoledì) segue le disavventure di una coppia nella periferia di Budapest in un dramma sociale sui giovani emarginati costruito intorno a un intenso personaggio femminile.

 

Tra gli  Eventi Speciali di questa edizione ci saranno: l’anteprima di COSMOS, l’ultimo film di Andrzej Żuławski, già premiato per la migliore regia allo scorso Festival di Locarno: adattamento di un romanzo di Witold Gombrowicz che nelle mani di Żuławski (Possession e Le mie notti sono più belle dei vostri giorni) diventa – come racconta il regista – “un thriller, una storia d’amore, un’esplorazione dell’animo umano durante la giovinezza. Un po’ spaventoso, molto divertente quando vuole.

 

Il Concorso internazionale Documentari propone :

 

REKI BEZ MOSTOVE (Fiumi senza ponti),  film con cui Kristina Grozeva e Petar Valchanov raccontano attraverso la storia di due amici inseparabili, Tsvetan e Nasco, la desolazione del piccolo villaggio bulgaro di Dinkovo; inseparabili anche Mieczysław e Alfons, i due novantenni fratelli di BRACIA (Fratelli) di Wojciech Staroń: deportati in Siberia insieme alla famiglia, tornati solo negli anni ’90 nella natia Polonia, dove oggi vivono facendo affidamento soltanto l’uno sull’altro.

 

 

Tra i più applauditi documentari dell’ultima stagione, CHUCK NORRIS VS. COMMUNISM di Ilinca Calugareanu che racconta la  storia  della donna che nella Romania di Ceaucescu sfidò la censura violando l'embargo e doppiando decine di film americani, mostrando per la prima volta ai suoi connazionali il mondo occidentale, attraverso gli action-movie degli anni ’80 e i loro protagonisti, da Jean-Claude Van Damme a Sylvester Stallone.

 

16 i cortometraggi in concorso per il Premio TFF Corti. L’ungherese ROMANIAN SUNRISE di Ábel Visky, è la storia di un forte e intenso legame tra padre e figlio. Un tema ricorrente nella selezione di quest’anno, come dimostrano il croato PIKNIK di Jure Pavlović, fresco vincitore dell’European Film Award, il russo SAŠA di Taisia Deeva e il tedesco ALLES WIRD GUT (Andrà tutto bene) di Patrick Vollrath.

 

Per il secondo anno consecutivo, il Trieste Film Festival ospita il LUX PRIZE, istituito nel 2007 a 50 anni dal Trattato di Roma, e assegnato ogni anno dal Parlamento Europeo a un film di produzione europea.

 

 

Sarà proiettato il vincitore, MUSTANG di Deniz Gamze Ergüven (candidato francese all’Oscar) e Il  pluripremiato film di László Nemes “Il figlio di Saul” (Saul Fia), vincitore del Gran Premio della Giuria all'ultimo Festival di Cannes e del Golden Globe come Miglior Film Straniero. Candidato ungherese all’Oscar, in programmazione in circa 80 Paesi, secondo il regista, “dovrebbe essere visto da ogni adolescente, non tanto per riempire le sale, ma per mettere in discussione la mancanza di empatia di molti di loro”. Presenzierà il protagonista Géza Röhrig, per promuovere il film in Italia, dove uscirà il 21 gennaio.

 

Infine nella sezione Born in Trieste, è da segnalare REMÉNYVASÚT (Un treno per diventare adulti) di Klára Trencsényi, già  vincitore al Festival di Lipsia, racconto di formazione su tre ragazzini che trovano un modo per evadere dalle drammatiche condizioni della loro vita attraverso la “ferrovia dei bambini” creata a Budapest nel dopoguerra.

 

Due i focus nazionali di quest’anno: riguardano Polonia e Romania.

 

“La doppia vita del cinema polacco” offre l’ultimo lavoro di Jerzy Skolimowski, 11 MINUT, adrenalinico spaccato della vita di alcuni abitanti di una metropoli dei giorni nostri e un omaggio in 7 film al documentarista Marcin Koszałka, in concorso  con il suo primo lungometraggio di finzione The Red Spider.

 

 

“Nuovo cinema rumeno tra favola e realtà” fa invece il punto sulla “nouvelle vague” degli autori contemporanei, consacrata dalla partecipazione ai maggiori festival internazionali e dalla vittoria nel 2007 di una storica Palma d'Oro (4 mesi 3 settimane 2 giorni di Cristian Mungiu).

 

Vedremo  AFERIM! di Radu Jude, western storico in b/n ambientato nella Romania del XIX secolo, dove il poliziotto Costandin e suo figlio danno la caccia a uno schiavo fuggito dal suo padrone; BOX di Florin Şerban, che racconta l’incontro tra un pugile e un’attrice accomunati dallo stesso disperato bisogno di mettersi alla prova; COMOARA (Il tesoro), di Corneliu Porumboiu, delicata commedia nera premiata a Cannes in cui l’amore di un padre per il figlio trasforma in favola un’improbabile caccia al tesoro.

 

Non solo proiezioni: tra le iniziative collaterali in programma, le Masterclass “VIAGGIA CON PAROLE TUE”  Serbo-croato e Balcani, un laboratorio linguistico e culturale per viaggiatori.

 

Q&A ovvero la serie di incontri con registi, attori e produttori presenti alla manifestazione, oltre al pellegrinaggio cinefilo guidato, tra le locations cittadine che hanno fatto da cornice a molte produzioni nazionali e internazionali, nel corso della lunga storia cinematografica della città.

 

 


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