Presentato al Festival di Roma 2017, The Placedi Paolo Genovese, è in effetti un film ispirato alla serie televisiva americana The Boothat the end del 2010, un mix tra genere drammatico e fantasy.
Nel film di Genovesi The Place è il nome del bar in cui un uomo misterioso (Valerio Mastandrea) incontra degli sconosciuti promettendo di esaudire ogni loro desiderio in cambio di un compito da portare a termine, compito che egli assegna consultando un’agenda.
La rituale domanda che egli pone ad ogni personaggio è “fin dove saresti disposto a spingerti per ottenere quello che vuoi?”. Sfilano in quel bar nove persone che rappresentato vari desideri umani, come ricchezza, bellezza fisica, sesso, amore, salute, speranza, fede ecc..
L’uomo misterioso (una sorta di angelo?) ha lo sguardo triste e rassegnato, sembra conoscere tutti i mali del mondo e promette di realizzare i loro desideri in cambio di azioni orribili: scava nella loro psiche, li spinge a comunicare, a svelare pensieri e sentimenti segreti, riesce a mettere a nudo così la parte oscura che ognuno di essi cela dentro di sé, insomma fa loro da “specchio”.
I loro destini si intrecciano nell’ interagire con gli altri e alla fine capiscono che le loro azioni non saranno senza conseguenze. Comunque, come lo strano uomo ribadisce spesso, in qualsiasi momento ognuno può sempre scegliere di non far del male agli altri, rinunciando a realizzare il proprio egoistico desiderio.
Come nel suo precedente film Perfetti sconosciuti, Paolo Genovese punta tutto su dialoghi drammatici in cui i personaggi raccontano le loro azioni: il bar è il luogo che fa da sfondo all’intera storia, come in una pièce teatrale in cui è l’interpretazione degli attori a predominare e a dar senso ai fatti.
E gli attori sono davvero bravi in questa pellicola: oltre al già citato V. Mastrandrea, ricordiamo, S. Ferilli (Angela), G. Lazzarini (Marcella), M. Giallini (Ettore), V. Puccini (Azzurra), R. Papaleo (Odoacre), S. Muccino (Alex), S. D’Amico (Martina), V. Marchioni (Gigi), A. Borghi (Fulvio), A. Rohrwacher (suor Chiara).
Un film che merita di essere visto, non certo adatto agli amanti di action movies, ma a coloro che riescono ad appassionarsi alla drammaticità di un buona sceneggiatura (Isabella Anguilar e P. Genovesi), affidata ad ottimi interpreti.
Tra i film di successo del regista, ricordiamo Immaturi, Una famiglia perfetta, Tutta colpa di Freud, Sei mai stata sulla luna?, Perfetti sconosciuti.
Ecco un’intervista a regista e attori (audiovideo)
Giovanna D’Arbitrio