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23/11/24 ore

Chiamami col tuo nome, di Luca Guadagnino



Chiamami col tuo nome, di LucaGuadagnino, tratto dall’omonimo romanzo di AndréAciman e sceneggiato da JamesIvory, è il terzo film della “trilogia del desiderio” dopo Io sono l’Amore del 2009, A bigger Splash del 2015. Il film haottenuto vari Golden Globe e 4 candidature ai Premi Oscar, come Miglior Film, Miglior Sceneggiatura, Miglior Attore (TimothèeChalamet), Miglior Attore non protagonista (ArmieHammer), Miglior canzone (MisteryofLove).

 

La storia inizia nell’estate del 1983 mentre Elio (Timothèe Chalamet), diciassettenne colto musicista, trascorre le vacanze con la famiglia nella loro accogliente villa in campagna. Il padre, professore universitario, ogni anno ospita uno studente straniero per lavorare alla sua tesi di post dottorato. L'arrivo di Oliver, ventenne americano di bell’aspetto, sconvolge la vita di Elio: passeggiate in bici, nuotate, musica e discussioni favoriscono il sorgere dell’amore tra i due giovani.

 

Tutto in questo film esalta la gioventù e il contatto con la natura: le colazioni in campagna, il sapore della frutta, la bellezza di laghi, fiumi, cascate, le passeggiate in bicicletta, i balli all'aria aperta, i dubbi dei protagonisti, la loro sincerità, il rapporto con i genitori.

 

Il film quindi non tratta solo di omosessualità, ma più in generale dell’Amore che coinvolge l’anima e non si ferma di fronte alla barriera del sesso. In effetti i due giovani hanno anche rapporti sessuali con le ragazze e poi, quando si separano, Oliver si sposa dopo qualche anno.

 

Significativo il discorso conclusivo del padre di Elio, prof. Perlman (Michael Stuhlbarg) il quale nel confortare il figlio per la partenza di Oliver, afferma che a tutti gli esseri umani vien dato un corpo e un cuore: ognuno può usare il corpo come vuole e col passar del tempo esso diventa sempre meno importante, ma le occasioni d’amore offerte dal cuore durante la vita non vanno mai perdute.

 

C’è nel film una palese ammirazione per cultura e bellezza classica, quell’ideale armonia tra corpo e spirito del mondo greco-romano che trovò la sua massima espressione nelle arti, in particolare nella scultura, esaltata nel film fin dall’inizio, sia con particolari immagini che con il recupero di reperti archeologici.

 

Rispetto al romanzo di Aciman, l'ambientazione dalla ligure Bordighera viene spostata in Lombardia, e l’anno non è più il 1988 del romanzo, ma 1983 segnato dalla politica di Craxi. I bei paesaggi che si possono ammirare nel film sono principalmente quelli di Crema e dei vicini comuni. Altre belle riprese includono il Lago di Garda, Bergamo, le Cascate del Serio nel comune di Valbondione, le Grotte di Catullo di Sirmione.

 

Si dice che oltre ad aver rimosso dalla sceneggiatura di Ivory varie scene di nudo con esposizione di organi sessuali, Guadagnino abbia cercato di eliminare dal romanzo anche una descrizione in cui Elio si masturba con una pesca, ma poi ha deciso di inserirla (in verità unica caduta di un film delicato).  

 

Bella la colonna sonora che accanto a pezzi di Bach e Ravel pone motivi anni ’80 e tre canzoni di Sufjan Stevens: Mystery of Love, Visions of Gideon e una nuova versione di Futile Devices al pianoforte.

 

Il film evidenzia la bravura di Guadagnino, degno erede insieme a Paolo Sorrentino, dei grandi registi italiani del passato.

 

Ecco un’interessante intervista con il regista.

 

Giovanna D’ Arbitrio

 

 


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