The Post, di Steven Spielberg, film che ha ottenuto due nomination agli Oscar 2018 (Miglior Film, Miglior attrice protagonista, Meryl Streep), racconta la vicenda dei PentagonPapers, documenti top secret, pubblicati prima dal New York Times e poi dal Washington Post.
Il film è centrato sulla figura di Katherine Meyer Graham (Meryl Streep), figliadi Eugene Meyer proprietario del Post fin dal 1933, la quale nel 1963ereditò la direzione del giornale dal marito Phil Grahams, morto suicida.
Nel 1971 fu costretta a prendere una difficile decisione: pubblicare o meno documenti governativi segreti sulla guerra nel Vietnam, sottratti da Daniel Elisberg (Matthew Rhys), politico dello staff di Robert McNamara (Bruce Greenwood), ministro della difesa ai tempi della presidenza Nixon.
Elisberg consegnò dapprima tutto il materiale al New York Times, ma quando Nixon chiese un’ingiunzione contro di esso, egli offrì i documenti al Post.
Grande fu il rischio, dunque, corso da Katherine Graham, donna apparentemente fragile e condizionata da una società in cui il potere degli uomini era ancora più forte, nonché da amicizie con personaggi politici in cui ella aveva creduto, come i Kennedy e lo stesso McNamara.
Ella si trovò inoltre a dover valutare da un lato i pareri di consiglieri, soci, bancari e investitori contrari alla pubblicazione, dall’altro le istanze di Ben Bradlee (Tom Hanks) e tutto il suo staff uniti nell’esserne a favore, per difendere libertà di stampa e tradizionali valori del Post.
Due le frasi più significative del film sulla libertà di stampa che deve essere “Strumento al servizio dei governati, non dei governanti”equella di Phil Graham citata da Katherine: “Phil diceva che una notizia è la prima bozza della Storia”.
Siamo grati al grande Spielberg per averci regalato un film significativo, ricordando la vittoria conseguita da una donna coraggiosa e da giornalisti in gamba che svelarono le menzogne del potere, menzogne che mandarono per anni in guerra migliaia di giovani, morti invano in un conflitto già considerato perso, solo per esaltare il prestigio del potere e altri oscuri interessi.
Dopo la pubblicazione dei Pentagon Papers, altri giornali seguirono il suo esempio e dopo qualche anno fu ancora il Post a portare a galla lo scandalo Watergate che costrinse Nixon alle dimissioni
Bel cast di attori, strepitosa Meryl Streep, bravo Tom Hanks, notevole la sceneggiatura (L. Hannah, J. Singer)con i suoi ritmi crescenti, sempre più serrati ed entusiasmanti nella seconda parte del film.
Ecco un’intervista al regista.
Giovanna D’Arbitrio