La Favorita (The Favourite) del regista greco, Yorgo Lanthimos, continua a riscuotere consensi, premi e numerose candidature agli Oscar 2019.
Il film è ambientato nell’Inghilterra del XVIII secolo, sotto il regno della regina Anna (Olivia Colman), vedova infelice del principe Giorgio di Danimarca, malata di gotta, in balia non solo di Tories e Whigs, ma anche di favorite lesbiche come lei che approfittano della sua fragilità per influenzarne le decisioni politiche.
In una prima fase la favorita è la dura e volitiva Sarah Jennins (Rachel Weisz), duchessa di Marlborough, amica di Anna fin da bambina. Nelle lettere che si scambiano usano pseudonimi: Anne é Mrs. Morley, Sarah é Mrs Friedman. Moglie di John Churchill (Mark Gatiss), duca di Marlborough e valoroso condottiero di eserciti, Sarah sostiene la guerra contro la Francia anche a costo di raddoppiare le tasse, contro il parere del politico Robert Harley (Nicholas Hoult).
Nel frattempo, tuttavia, giunge a corte Abigail Masham (Emma Stone), cugina povera di Sarah che, stanca di sopportare stupri e abusi, con furbizia gradualmente riesce a insediarsi come nuova favorita della regina, donna fragile e triste che convive con 18 piccoli animali con i nomi dei figli morti. In effetti Anna aveva avuto numerose gravidanze: 13 tra aborti e bimbi nati morti, mentre tra i 5 nati vivi nessuno raggiunse l'età adulta, nemmeno il più longevo William, deceduto a 11anni.
Insomma un drammatico trio femminile sullo sfondo di una società maschilista che esercita il suo potere con intrighi politici, matrimoni combinati, alleanze o guerre: un mondo patriarcale che lascia alle donne spazi angusti e poche difese. Nella spietata lotta tra le due favorite della regina emergono le logiche del potere che si riversa sempre dall’alto verso il basso.
Perfino l'unica donna che conta, la regina, è arrivata al trono solo per accordi politici: incapace e puerile, Anna spesso stuzzica la gelosia di Sarah con dispetti e abusi per i quali a sua volta ella si rivale su Abigail che con mezzi machiavellici esce vittoriosa dalla lotta con la cugina e… infine con crudeltà schiaccia uno degli animaletti di Anna con il tacco della sua scarpa. Emblematica l’ultima scena del film in cui le immagini delle donne e delle bestiole si sovrappongono e si fondono fino a formare un insieme: donne e animali, unite nella stessa condizione di “vittime” anche quando si illudono di esercitare un trasgressivo e sadico potere.
Sferzante e grottesca appare la satira del regista sulla nobiltà corrotta, con immagini di uomini che passano il tempo a scommettere sulle corse delle oche o a colpire con arance qualche povero servo, tra pasti luculliani, sbornie e orge.
Senza dubbio un film originale, diviso in capitoli come un libro, che si avvale di bravi interpreti, dialoghi brillanti, buona scenografia, bella fotografia, musiche e costumi splendidi. Numerose pertanto le candidature agli Oscar 2019 per miglior film, miglior regista a Yorgo Lanthimos, migliore attrice protagonista a Olivia Colman, migliore attrice non protagonista a Emma Stone, migliore attrice non protagonista a Rachel Weisz, migliore sceneggiatura originale a Deborah Davis e Tony McNamara, migliore fotografia a Robbie Ryan, migliore scenografia a Fiona Crombie, miglior montaggio a Yorgos Mavropsaridis, migliori costumi a Sandy Powell.