In uscita il 18 luglio, presso tutti i cinema italiani, il film Il Mangiatore di Pietre, di Nicola Bellucci, con Luigi Lo Cascio, Vincenzo Crea, Bruno Todeschini, Ursina Lardi, Leonardo Nigro, Peppe Servillo.
Trasposizione sul grande schermo dell’omonimo best seller di Davide Longo, «Il mangiatore di pietre» ha partecipato alla 36° edizione del Torino Film Festival ed al Trento Festival 2019. Girato in Piemonte (Val Varaita, Cuneo) e in Ticino (Val Bavona), è stato prodotto dall’Achab Film, Rai Cinema e della svizzera Cineworx Filmproduktion di Zurigo, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte.
“Noir” duro, amaro, da nodo alla gola. Con un duplice punto di vista: quello del passeur Cesare, trafficante d’uomini, e quello del giovane Sergio, ragazzo che si sta facendo uomo.
Un film che non è solamente la cronaca di un omicidio, ma che utilizza questo per raccontare le persone, la comunità e per portare alla luce rapporti conflittuali e durissimi tra padri senza figli e figli senza padri, in cui valori e affetti si tramandano in modo più trasversale, fra amici, ma anche nel rapporto "adottivo", per così dire, tra padrino e figlioccio.
Il confine è il luogo simbolico per eccellenza di questo film: territorio di mezzo, indeterminato e ambiguo; linea reale, convenzionale o culturale, che separa sempre ciò che è "altro". Il confine da proteggere e da oltrepassare, diventa la linea che demarca le scelte morali, i rapporti interpersonali e il destino dei suoi protagonisti, moltiplicando gli interrogativi di partenza.
Sinossi: Cesare, un ex contrabbandiere e trafficante di esseri umani, trova il corpo assassinato del nipote Fausto in una remota valle piemontese. Era stato Cesare stesso a introdurre il nipote alle sue attività criminali ma i due avevano finito con il perdersi di vista dopo che Fausto aveva deciso di dedicarsi al traffico di droga dall'Italia alla Svizzera, un'attività che lo zio aveva rifiutato invece di sporcarsi le mani. Non appena la polizia inizia a indagare, Cesare si ritrova tra i sospetti fino a quando il commissario Sonja di Meo mostra di credergli. Tra i due sembra nascere anche qualcosa di tenero ma Cesare ha in mente solo una cosa: vendicare la morte di Fausto a qualsiasi costo.
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