In occasione della Festa dei Lavoratori del 1° maggio 2020, mi è sembrato giusto ricordare un film di Ken Loach, figlio di operai, che ha dedicato tutte le sue opere alla descrizione dei problemi dei ceti meno abbienti. Più volte premiato, ha ottenuto due Palme d'oro al Festival di Cannes nel 2006, per Il vento che accarezza l'erba e nel 2016 con Io, Daniel Blake.
Ho quindi rivisto volentieri in streaming Il mio amico Eric (Looking for Eric),una pellicola del 2009 scaturito da un'idea originale di Éric Cantona che interpreta se stesso nel film. E Ken Loach, che di solito affronta in modo duro e realistico temi di carattere socio-politico, nel suddetto film un po’ surreale, riesce astemperare il dramma con un pizzico di umorismo e ottimismo.
Il film racconta appunto la storia di Eric, un impiegato delle poste che vive e lavora a Manchester, in crisi per decisioni sbagliate del passato: trent'anni prima aveva abbandonato la moglie Lily e la figlia appena nata. Vive ora con i due figliastri Ryan e Jess (lasciatigli in custodia dalla seconda ex moglie) con i quali ha un difficile rapporto.
Quando la figlia Sam, ragazza madre in procinto di laurearsi, gli chiede di prendersi cura della nipotina, Eric è costretto a rivedere Lily dopo anni. Una giorno, mentre è triste e depresso, davanti ai suoi occhi di tifoso del Manchester United, si materializza Éric Cantona, suo idolo, che comincerà a seguirlo come un angelo custode e lo aiuterà con i suoi saggi consigli a riaprire il dialogo con Lily e i figli, a ritrovare fiducia in se stesso e a ricostruire la propria vita.
Significativa l’apertura di un vecchio baule che racchiude oggetti e ricordi della vita passata. Cantona invita Eric ad aprirlo per affrontare negatività ed errori, con un tuffo nell’inconscio che va “ripulito” per poter finalmente cambiar vita e trovar soluzioni.
Nel Mio amico Eric l’angoscia, creata da difficoltà grandi e piccole della vita quotidiana, viene temprata da una ventata di ottimismo con l’esaltazione dei valori positivi dello sport, in questo caso impersonati dal campione di calcio Eric Cantona.
Anche se l’atmosfera è talvolta un po’ cupa, sprazzi gioiosi di luce all’improvviso inondano lo schermo con i tifosi allo stadio o con gli affettuosi amici postini, anch’essi appassionati di calcio e sempre pronti a confortare Eric, scene piene di positività e di speranza.
Senza dubbio un film in perfetto equilibrio tra pianto e riso, realtà e fantasia, in cui i valori positivi del calcio vengono convogliati nella vita di tutti i giorni: “fair play”, rispetto di se stessi e degli altri, solidarietà, “fare squadra” contro prepotenti e tracotanti con l’aiuto degli amici.
ÉricCantona, anche produttore del film, emana una gran forza magnetica che avvince lo spettatore, bravi anche gli attori Steve Evets, Stefanie Bishop ed altri. Notevoli sceneggiatura di Paul Laverty e fotografia di Barry Arckrod.