Le cose che non ti ho detto (Hope Gap), di William Nicholson, disponibile su Sky Primafila Premiere e in streaming, è un film toccante che racconta la separazione dei genitori del regista.
Tratto da un'opera teatrale dello stesso Nicholson, “The retreat from Moscow” (La ritirata da Mosca), metafora per rappresentare la fine di un matrimonio: come i sodati francesi per sopravvivere e proseguire la loro marcia in modo più agevole abbandonavano i feriti al freddo e al gelo, cosi in un matrimonio fallito, è preferibile lasciare la moglie (o il marito) per l’amante, almeno si è felici in due e non infelici in tre.
In effetti Grace (Annette Bening) ed Edward (Bill Nighy), sposati da 29 anni, sentono che il loro matrimonio è in crisi, pur avendo vissuto una vita tranquilla e in apparenza felice nella città costiera di Seaford in Inghilterra.
Edward è un insegnante di storia e Grace sta lavorando a un’antologia di poesie. Il figlio Jamie (Josh O’Connor) non è sposato e vive da solo. Quando torna a casa per il weekend, il padre gli comunica ex abrupto che ha già preparato la valigia per andar via di casa: è innamorato di un’altra donna, vuole lasciare Grace e pertanto lo prega di restare vicino alla madre per qualche giorno.
Scioccata, Grace non accetta la separazione, anche se in fondo sa di non essere più felice come un tempo: è una donna forte che combatte con rabbia e con grinta perché ama ancora il marito e vuol salvare un matrimonio che oltre tutto considera sacro per le sue idee religiose.
Un personaggio complesso quello di Grace, a volte fastidioso, a tratti poetico quando recita bellissimi versi di autori famosi che sembrano lenire il suo dolore. Edward, invece, all’inizio sembra un uomo mite e fragile, per troppi anni paziente e silenzioso, poi troppo deciso e crudele, come i soldati russi della metafora, quando non esita a far vittime nella sua ricerca di felicità con un’altra donna. Più equilibrato e sensibile invece è il figlio Jamie che non vuole parteggiare per l’uno o per l’altro, ma cerca solo di aiutare entrambi, nel rispetto dei bei ricordi del passato.
Lo stesso regista ha rivelato il suo desiderio di approfondire una tematica che lo ha sempre interessato: “la coesistenza degli opposti, amore e dolore, in una relazione”. E l’ambientazione a Seaford tra vasti prati verdi e selvagge scogliere bianche, simili a quelle di Dover, dà al film un tocco poetico accentuato da belle musiche (Alex Heffes) e versi significativi, un luogo che ricorda a Jamie (alias Nicholson) i momenti felici della sua infanzia e del matrimonio dei suoi genitori.
Senza dubbio un luogo importante anche per Grace che vi ritorna spesso a riflettere sul rapporto col marito, oppure a trovare conforto dopo la separazione e infine dove comincia a sentire una sensazione di libertà, la stessa sensazione che provano gli spettatori davanti a quegli immensi spazi naturali.
Si evidenzia il desiderio rivelato dallo stesso regista in un’intervista, cioè quello di approfondire una tematica per lui sempre interessante: “la coesistenza degli opposti, amore e dolore, in una relazione”.
William Nicholson, al suo esordio come regista, è un famoso scrittore e sceneggiatore inglese. Ha ricevuto due candidature all'Oscar per gli script di due celebri film come Il Gladiatore e Viaggio in Inghilterra. Sono sue anche le sceneggiature di Les Misérables, Nell, Il primo cavaliere.