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23/11/24 ore

Bar Giuseppe, di Giulio Base. Una parabola moderna


  • Giovanna D'Arbitrio

Disponibile su RayPlay (Rai Cinema) Bar Giuseppe, è un film diretto da Giulio Base che interpreta in modo particolare la natività inserendola nei tempi attuali, un film scaturito dalla lettura dei libro di Gianfranco Ravasi “Giuseppe-Il padre di Gesù”, come ha affermato lo stesso regista.

so regista.

 

La storia inizia quando la moglie di Giuseppe (Ivano Mascotti) muore all’improvviso e lui non sa come gestire da solo una stazione di servizio con bar lungo una strada pugliese. Non ricevendo aiuto dai due figli, assume Bikira (Virginia Diop), una ragazza diciottenne da poco sbarcata in Italia insieme ai genitori adottivi.

 

I figli, Luigi (Michele Morrone) e Nicola (Nicola Nocella), in effetti, hanno dei problemi: il primo è un tossicodipendente che vive di espedienti; il secondo fa il panettiere, ha moglie e figli e non ha tempo.

 

Nonostante la grande differenza di età, Giuseppe e Bikira si sposano, creando scandalo nel paese, scandalo che aumenta ancor più quando la ragazza aspetta un bambino, sostenendo di non aver avuto rapporti con nessun uomo.

 

Pur attingendo ai Vangeli, poiché il protagonista si chiama Giuseppe e si diletta di falegnameria e Bikira in Swahili significa vergine, il film potrebbe essere definito una parabola laica poiché ci fa riflettere sui problemi attuali, mettendo in scena un amore spiritale, interraziale e senza età, centrato su rispetto, comprensione e compassione.

 

Se poi proprio volessimo trovare significati religiosi, potremmo ricordare (in base ai Vangeli) che Cristo promise di ritornare sulla Terra e che più di 2000 anni fa scelse di nascere in Oriente dove le persone di colore sono tutt’oggi più numerose dei bianchi e che, fatto strano ma vero, i cristiani hanno sempre venerato sia l’immagine di una Vergine bianca, sia quella di una Madonna nera, alla quale fu particolarmente devoto S. Bernardo di Chiaravalle, fondatore dell’ordine dei Cistercensi e ispiratore dell’Ordine dei Templari. 

 

Un film senz’altro particolare, valorizzato da bravi interpreti. Notevoli anche la fotografia di Giuseppe Riccobene, le musiche di Pietro Freddi, la scenografia di Isabella Angelini.

 

Tra le opere del regista Giulio Base (nonché attore, sceneggiatore e produttore) ricordiamo Crack (1991), Lest (1993), Poliziotti (1995), Lovest (1997), La bomba (1998), Cartoline da Roma (2008), Il pretore (2014), Mio papà (2015), La coppia dei campioni (2016), Il banchiere anarchico (2018), Bar Giuseppe (2020),Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma (2020)

 

Ecco un’intervista al regista (da SpettacoloEU)

 

 


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