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26/12/24 ore

L’accusa, di Yvan Attal. Dal libro 'Les Choses Humaines' di Karine Tuil


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato fuori concorso al Festival di Venezia, L’accusa, del regista francese Yvan Attal, è tratto dal romanzo “Les Choses Humaines” di Karine Tuil.

 

Il libro è così presentato dalla casa editrice La Nave di Teseo “I Farel sono una coppia di potere. Jean, rispettato giornalista, presenta da oltre trent'anni un famoso programma politico alla televisione; Claire è un'intellettuale nota per il suo impegno femminista. Il figlio, Alexandre, frequenta una prestigiosa università americana. Tutto sembra funzionare alla perfezione per loro. Ma un'accusa di stupro sconvolgerà questa impeccabile costruzione sociale. Il sesso e la volontà di distruzione sono il cuore di questo romanzo che mette a nudo le dinamiche impietose della macchina giudiziaria e indaga il mondo contemporaneo, i suoi impulsi, le voglie e le paure. Chi è davvero sicuro di non finire un giorno preso in un simile ingranaggio? Un romanzo che mette a nudo le dinamiche impietose della macchina giudiziaria e indaga il mondo contemporaneo, i suoi impulsi, le voglie e le paure”.

 

IL film si attiene al romanzo nel raccontare le vicende della famiglia Farel: Jean (Pierre Arditi) è un noto opinionista e giornalista francese, sua moglie Claire (Charlotte Gainsbourg) è una saggista nonché convinta femminista, Alexandre è un figlio modello che frequenta un’ottima università americana. Durante un breve soggiorno a Parigi, Alexandre (Ben Attal) conosce Mila (Suzanne Jouannet), proveniente da un contesto popolare, figlia dell’ ex amante della madre: la invita a una festa, ma il giorno dopo Mila lo denuncia per stupro, mettendo in moto con le sue accuse un intricato processo mediatico-giudiziario in cui verità opposte rendono tutto più difficile.

 

Ancora una volta il cinema francese dimostra la sua abilità nell’analizzare la complessità del mondo moderno e Yvan Attal, in effetti, riesce non solo a raccontare in modo realistico privilegi, lusso e potere dell’alta borghesia, ma anche ad analizzare  vari temi molto attuali, come violenza sulle donne spesso impunita, rapporto fra sessi nell’era del movimento MeToo, maschilismo sempre imperante, eccessiva risonanza mediatica dei processi che dalle aule dei tribunali passano ai social network e quant’altro. Le vite dei due giovani e dei loro cari sono sconvolte e tutto viene messo in discussione. “Esiste un’unica verità?”, sembra chiedere il regista allo spettatore.

 

Interessante il fatto che il regista abbia scelto come protagonista il figlio Ben, attore esordiente, e a sua moglie Charlotte Gainsbourg nel ruolo di madre del suo figlio reale. Brava anche l’altra esordiente Suzanne Jouannet, nel ruolo della vittima. Tra gli altri interpreti ricordiamo, Mathieu Kassovitz, Benjamin Lavernhe, Audrey Dana, Judith Chemla.Sceneggiatura d iYvan Attal e Yaël Langmann. La fotografia è di Rémy Chevrin, le musiche sono di Mathieu Lamboley

 

Yvan Attal, attore, sceneggiatore e regista, è autore di diversi film tra i quali ricordiamo I Got a Woman (1997) Ils se marièrent et eurent beaucoup d'enfants (2004), New York, I Love You (2009), Do Not Disturb (2012), Sono dappertutto (Ils sont partout) (2016), Quasi nemici - L'importante è avere ragione (Le Brio) (2017), Mon chien stupide (2019)

 

Ecco Il trailer del film (da Coming Soon)

 

 


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