Dopo due anni dal suo ultimo film Hammamet su Bettino Craxi, Gianni Amelio nel film Il Signore Delle Formichetorna a raccontarci una drammatica vicenda della nostra storia, il caso Braibanti, un noto processo per plagio che alla fine degli anni ’60 coinvolse lo scrittore e drammaturgo Aldo Braibanti.Molti furono coloro che si schierarono in sua difesa,come Carmelo Bene, Marco Pannella, Alberto Moravia, Elsa Morante, Umberto Eco, Pier Paolo Pasolini, Marco Bellocchio (oggi tra i produttori del film), Adolfo Gatti, Giuseppe Chiari ed altri).Ricordiamo, inoltre, che la pellicola è tra i 5 film italiani in corsa per il Leone d'Oro al Festival di Venezia 2022.
Ambientato nella provincia di Piacenza, il film ci racconta in effetti la storia di Aldo Braibanti (Luigi Lo Cascio) che aveva riadattato un casolare come centro di aggregazione di giovani per sperimentare nuove idee nel campo della drammaturgia. E così un giorno un suo alunno, Riccardo, gli presenta il fratello Ettore (Leonardo Maltese) che ha trovato una di quelle formiche rare che Braibanti colleziona come mirmecologo.
Purtroppo l'attrazione reciproca tra lui e il ragazzo sarà pagata da entrambi a caro prezzo: per volontà della famiglia Ettore sarà rinchiuso in un ospedale psichiatrico dove viene sottoposto a diversi elettroshock per guarire dall’influsso “diabolico” di Braibanti che intanto veniva accusato del reato di plagio e processato, un reato all’epoca incluso nel codice penale (ancora di epoca fascista)per mettere sotto accusa gli omosessuali.
Un giornalista de L’Unità, Ennio, interpretato da Elio Germano,segue il processo con attenzione e cerca di ricostruire la verità, ma non viene sostenuto abbastanza dal direttore, dimostrando in tal modo che anche i progressisti hanno talvolta bisogno di ulteriori progressi.
“Come tutti i film, anche questo è nato dopo che mi è stato offerto. In questo caso mi ha chiamato Marco Bellocchio. Volevano che girassi un documentario su Braibanti.- ha affermato il regista spiegando come è nato il titolo del film - Facendo ricerche, gli unici documenti che avevo trovato erano quelli in cui si parlava del suo interesse per le formiche. A Bellocchio dissi che non ero interessato a un documentario, ma a un film sul caso Braibanti. Quando mi disse di sì, risposi che però l’avrei fatto solo se me l’avesse fatto titolare così (…)Questo è un film che ruota intorno a Braibanti e a chi gli fu accanto, soprattutto al processo. Ma ho cambiato il nome della famiglia del ragazzo perché non volevo ricostruire un fatto di cronaca e basta. Volevo fare il ritratto di un’Italia chiusa e provinciale, non raccontare solo di quella famiglia. Ma farne un simbolo.
Senz’altro un film drammatico e coinvolgente, caratterizzato da uno stile asciutto centrato sui fatti. Ottimo il cast includente Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco, Leonardo Maltese, Anna Caterina Antonacci, Rita Bosello, Davide Vecchi, Maria Caleffi, Roberto Infurna, Valerio Binasco, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Elia Schilton, Giovanni Visentin, Fabio Zulli. Sceneggiatura di Gianni Amelio, Federico Fava, Edoardo Petti, musiche di Nicola Piovani, fotografia di Luan Amelio Ujkaj, montaggio di Simona Paggi.
Tra i film del regista ricordiamo Colpire al cuore (1983),I ragazzi di via Panisperna (1988),Porte aperte (1990),Il ladro di bambini (1992),Lamerica (1994),Così ridevano (1998),Le chiavi di casa (2004,)La stella che non c'è (2006),Il primo uomo (2011),L'intrepido (2013),La tenerezza (2017),Hammamet (2020)
Ecco il trailer del film (da HotCorn)