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23/12/24 ore

I figli degli altri, di Rebecca Zlotowski. Il tema della maternità


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato in concorso al Festival di Venezia 2022, I figli degli altri, di Rebecca Zlotowski, è centrato sultema della maternità.

 

Il film in effetti racconta la storia di Rachel (Virgine Efira), un’insegnante di 40 anni che ama il suo lavoro, prende lezioni di chitarra, non ha famiglia né figli, ma comunque si sente realizzata.

 

Quando si innamora di Ali (Roschdy Zem), padre di una bambina di 4 anni, Leila, avuta con la sua ex Alice (Chiara Mastroianni), comincia a prendersi cura della bimba e ad amarla come una figlia.

 

Senz’altro il film è centrato su certi tabù legati alla maternità, tabù retaggio di una società patriarcale che spingono a giudicare la donna solo in base al suo ruolo in famiglia, in particolare all’avere o non avere figli.

 

Non saprei dirlo con certezza, ma è qualcosa di ancora correlato con la comunità, con la trasmissione di noi stessi e con il senso comune - ha affermato la regista, intervistata su tale tema - Non vorrei entrare in spiegazioni sulla storia del patriarcato ma ci sono certe ragioni per cui le donne hanno sempre ‘scelto’ di essere madri, legate non solo a ragioni biologiche, ma al fatto che sono state principalmente coinvolte all’interno della casa e delle mura domestiche. Sentivo di voler garantire, nel film, che ogni donna può sentirsi completa e stare bene anche senza essere madre, ma la situazione è complessa perché, in ogni caso, può rimanere una sorta di ‘dolore’ a causa di questa mancanza, in alcuni casi succede, e si cerca di sublimare questi sentimenti, perché si ha il desiderio di trasmettere qualcosa di noi. 

 

Questo non è legato all’essere donna o alla maternità, ma è connesso anche all’essere padri e genitori e, in generale, ad ogni essere umano. Ciascuno di noi incontra qualcuno nella vita e nel mondo che si ricorda di noi. Alla fine del film infatti, dopo la scena finale, c’è un’altra scena che rappresenta una sorta di secondo finale (non voglio fare spoiler!): in quella scena volevo dire che ci sono così tante trame nella nostra vita nelle quali si può trasmettere tanto di noi a bambini e giovani, ci sono persone che possono sostituire le madri. 

 

Ho perso mia madre quando avevo 11 anni e sono cresciuta circondata da tante altre donne e uomini che mi hanno trasmesso i valori che hanno costruito la mia vita. Credo fermamente che la maternità non sia necessariamente connessa con la maternità biologica. Sento che siamo così in ritardo nel cinema nella rappresentazione di tutto questo; bisognerebbe indirizzare certi temi nei soggetti cinematografici. Tutto è connesso con le scelte che si fanno, l’importante è confrontare le potenzialità ed i limiti delle nostre scelte.

 

Un buon film che si avvale di un ottimo cast includente, oltre ai già citati Virginie Efira, Roschdy Zem, Chiara Mastroianni,anche Mireille Perrier, Frederick Wiseman, Henri-Noël Tabary, Yamée Couture, Victor Lefebvre, Sébastien Pouderoux, Michel Zlotowski.

 

Notevoli sceneggiatura di Rebecca Zlotowski, fotografia di Georges Lechaptois, musiche di Robin Coudert, Gael Rakotondrabe.

 

Rebecca Zlotowski, nata a Parigi nel 1980, è una regista e sceneggiatrice di origini ebraico-polacche da parte paterna ed ebraico-marocchine da parte materna. Tra i suoi film ricordiamo Belle épine (2010), Grand Central (2013), Planetarium (2016), Un'estate con Sofia, (Une fille facile) (2019).

 

Ecco il trailer ufficiale del film (da MYmovies).

 

 


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