Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

26/12/24 ore

Beau ha paura, di Ari Aster. Una stravagante commedia da incubo


  • Giovanna D'Arbitrio

Con Beau ha paura, Ari Aster completa il suo cortometraggio del 2011 Beau, creando un’opera che egli stesso definisce come una "stravagante commedia da incubo", centrata sul personaggio di Beau (Joaquin Phoenix), un uomo psicologicamentedevastato da una madre autoritaria, nonché dalla mancanza di una figura paterna.

 

In effetti Beau ha 49 anni, soffre di gravi disturbi mentali ed è ancora vergine perché sua madre (Patti LuPone) lo ha convinto che durante un orgasmo potrebbe morire, come è accaduto a suo padre quando l'ha concepito.

 

Vivendo tra paranoia, allucinazioni e psicofarmaci, nel suo rocambolesco viaggio per raggiungere la casa della madre deceduta colleziona una serie di incidenti e si ritrova a casa di Roger e Grace che lo accudiscono come un bambino… ma è solo la prima tappa di un percorso delirante in cui perde qualsiasi contatto con la realtà, trasformando la sua vita in uno spettacolo teatrale al centro di una foresta (una sezione particolare del film in cui il regista si serve di tecniche di animazione). 

 

Colpiscono alcune scene, come ad esempio quella di un personaggio che chiede aiuto in modo minaccioso, un sorta di gemello di Beau, un “doppio” che appare nella parte finale del film, oppure la figura del padre che assume diversi aspetti: a volte è un personaggio mostruoso, a volte saggio (come quando lo farà risvegliare dai suoi incubi), rivelando così un dilemma psichico insolubile poiché Beau non l'ha mai conosciuto, mentre sembra totalmente schiacciato dalla figura materna. E non a caso il film inizia con un parto e si conclude con una caduta nell'acqua, chiaro riferimento al liquido amniotico.

 

"Ogni dettaglio ha dentro di sé un altro dettaglio - ha affermato il regista - Se tu riempissi un bambino di dieci anni di antidepressivi e lo mandassi a fare la spesa per te, il risultato sarebbe come questa pellicola. Volevo fare un film che trasmettesse la sensazione di attraversare una vita o addirittura una persona. Sento la responsabilità di creare qualcosa di sorprendente. È come un Signore degli Anelli ebraico, ma Beau sta solo andando a casa di sua madre. Voglio farvi vivere l'esperienza di essere un perdente”.

 

A quanto pare ha scelto Joaquin Phoenix come protagonista per la sua sensibilità creativa e poi ha raccontato che l’attore è svenuto durante le riprese: "Era l'ultima settimana, lui stava lavorando con Patti LuPone, e c'era una scena molto intensa con un'inquadratura su di lei. All'improvviso Phoenix è uscito dall'inquadratura e mi sono arrabbiato molto perché era una ripresa molto buona. Mi sentivo confuso, così sono andato dietro l'angolo verso il monitor, e lui era collassato. È svenuto nella ripresa di qualcun altro, lui li stava aiutando. Era lì per loro, al punto che è svenuto. È molto poetico".

 

Tra gli attori del cast, oltre Joaquin Phoenix, ricordiamo Parker Posey, Amy Ryan, Richard Kind, Kylie Rogers, Nathan Lane, Patti LuPone, Michael Gandolfini, Zoe Lister-Jones, Stephen Henderson, Joe Cobden, Denis Ménochet, Hayley Squires, Anana Rydvald. La sceneggiatura è di Ari Aster, la fotografia di Pawel Pogorzelski, le musiche di The Haxan Cloak.

 

Senz’altro un film particolare, ricco di simboli, più adatto a psicologi e psichiatri che a spettatori normali.

 

Ari Aster, nato aNew York nel 1986) è regista e sceneggiatore. Ha al suo attivo diversi cortometraggi e tre film horrorHereditary - Le radici del male (2018), suo lungometraggio d'esordio, e Midsommar - Il villaggio dei dannati (2019).

 

Ecco il trailer del film (da MovieTele)

 

 


Aggiungi commento